E’ ufficiale: Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per ridurre l’immunità di cui godono i social per i contenuti dei loro siti, che li protegge da eventuali cause: “Siamo qui oggi per difendere la libertà di parola da uno dei maggiori pericoli”. Il presidente degli Stati Uniti, dopo aver annunciato ieri una riflessione sulla possibilità di regolamentare la libertà delle piattaforme o, addirittura, di chiuderle, è passato ai fatti per rendere più facile per le Authority, come la Federal Trade Commission, intervenire per accertare se compagnie come Twitter, Facebook, Google o Youtube sopprimano la libertà di espressione quando sospendono gli utenti, segnalano o cancellano i loro post.
La tesi di Trump è che questi social hanno un’agenda politica progressista, che il loro ruolo di moderatori non è neutrale, anzi nelle sue parole “fanno dell’attivismo”. Nell’annunciare la firma del decreto ha aggiunto che sarebbe pronto a chiudere il proprio account su Twitter. Quest’ultima minaccia è forse più inquietante – se fosse vera – per il social media che dall’uso quotidiano del presidente degli Stati Uniti ha ricavato un aumento di audience e una pubblicità notevole.
Le accuse. Tuttavia, è dubbio se un decreto presidenziale possa cancellare le normative vigenti che regolano le responsabilità dei social media e li proteggono da azioni legali. Di sicuro questo decreto entra nell’arsenale della campagna elettorale: Trump ha sempre accusato i giornali e le tv di essere a maggioranza di sinistra, ora aggiunge i social media nel novero dei nemici che lo perseguitano e lo boicottano.
Il commento di Fdi. “La decisione arriva dopo che Twitter aveva sottoposto a fact checking i cinguettii del Presidente americano, intervenendo a gamba tesa sull’attività politica di Trump proprio nel bel mezzo della campagna elettorale per le presidenziali. Se i social intervengono unilateralmente sui contenuti degli utenti si comportano a tutti gli effetti come editori, e come tali potrebbero essere chiamati a rispondere per qualsiasi cosa viene pubblicata. Non si può pretendere di non avere responsabilità se si interviene con un giudizio di merito per stabilire cosa possa essere pubblicato e cosa no, chi abbia diritto di parola e chi no. La libertà di espressione è sacra, è un diritto universale da difendere ad ogni costo, nessuna società privata è al di sopra delle carte costituzionali e della democrazia.” Così la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni in un lungo post su Facebook.