Non si è ripetuto il caos andato in scena a Cleveland, in Ohio. Il confronto andato in scena all’auditorium della Belmont University di Nashville, nello Stato del Tennessee, è stato pacato, educato e avaro di eclatanti colpi bassi fra i due sfidanti, che non sono mancati in ogni caso. Un’ora e mezza di dibattito nel vero senso della parola, che per alcuni tratti è stato quasi noioso. Un confronto che in ogni caso non sarà risolutivo, perché nessuno dei due contendenti, in particolare il Presidente uscente, ha saputo sferrare un colpo fatale all’avversario e la sfida si risolverà tutta nella giornata del voto del 3 novembre.
Argomenti, visioni e passi falsi. Anche questo duello condizionato dalla pandemia. Prima del dibattito i due candidati si sono sottoposti al test del Covid-19, dal quale sono risultati entrambi negativi, mentre agli ospiti e ai parenti presenti in sala, muniti di mascherina, è stato imposto di non applaudire. Il mediatore del confronto, la giornalista Kristen Welker, ha chiesto in apertura ai due candidati di non interrompersi e di evitare di parlare uno sull’altro. Inoltre, proprio per evitare la rissa del primo confronto, la commissione per i dibattiti presidenziali ha previsto durante i primi due minuti di intervento di uno dei candidati la chiusura del microfono dell’avversario.
Gli argomenti sono stati divisi in sei tematiche principali suddivise in blocchi da quindici minuti, poco rispettati in realtà: emergenza Covid-19, stato delle famiglie americane, questione razziale, cambiamento climatico, sicurezza nazionale e leadership. Due visioni degli Stati Uniti a confronto, così come due obiettivi diversi perseguiti dai candidati nel confronto. Infatti, Donald Trump doveva sfruttare l’ultimo duello per recuperare terreno nei confronti dell’avversario dopo i primi due confronti non esaltanti e controproducenti a tratti, mentre Joe Biden doveva semplicemente resistere agli attacchi del Tycoon ed evitare passi falsi. Entrambi hanno in parte fallito questa sfida: Trump è andato in difficoltà sul tema della pandemia, mentre Biden non ha saputo essere un abile comunicatore come il Presidente in carica, con alcuni blocchi e balbettii su determinate questioni.
Tra pandemia e shutdown. Il primo argomento affrontato è stato, come immaginabile, la questione sanitaria. Trump ha cercato di difendere in tutti i modi il suo operato, spiegando che “I morti potevano essere molti di più senza lo stop degli arrivi dalla Cina e poi dall’Europa. Non possiamo chiudere la nazione. Non tutti si possono permettere come te di stare nel seminterrato. Io sono guarito, il 99% dei giovani guarisce”. Il Presidente non ha preso scuse, “Io mi prendo tutta la responsabilità. Ma la colpa del Covid è della Cina” e sulla vaccinazione ha dichiarato: “i vaccini contro il virus cinese saranno pronti tra poche settimane, e saranno distribuiti dai militari. Questo è un problema mondiale”.
La spiegazione del capo uscente della Casa Bianca non ha convito e Biden, bravo in questo caso a sfruttare l’occasione, ribadendo i dati sulle vittime e le preoccupanti stime sui futuri decessi, è andato all’attacco: “Solo mettendo le mascherine e rispettando le distanze si potrebbero ridurre enormemente. Ma Trump non ha un piano, la risposta di questo presidente è stata tragica. In tanti continuano a morire perché non ha preso sul serio il virus. Un presidente responsabile di tante morti non può rimanere al potere”. Sulla questione su un potenziale lockdown i due candidati si sono per lo più scambiati accuse poco incisive.
La Welker chiede a Biden la propria posizione in merito ad una chiusura totale: “Io dico che bisogna fare lo shutdown del virus, non del paese. C’è bisogno di fondi ma non arrivano perché i repubblicani non vogliono dare i soldi alle città e agli stati democratici con i bilanci in rosso. Io dico che se sarà presidente sarò il presidente di tutti, non ci sono stati rossi e stati blu, ma ci sono gli Stati Uniti d’America, i lavoratori che sono in prima fila nella lotta al virus da aiutare, i settori e le persone senza lavoro da sostenere”. Trump va all’attacco: “Gli stati democratici hanno deciso lo shutdown e muoiono per la crisi. Non puoi chiudere il paese. Dobbiamo aprire il paese. La cura non può essere peggio del problema”. Il candidato dem, giustamente, nega l’accusa, ma in generale il passaggio non sposta di molto l’ago della bilancia.
La questione della sicurezza tra Cina e Ucraina. Si arriva alla parte delicata del dibattito: la sicurezza nazionale. La discussione si incentra in merito all’allarme dell’FBI su influenze da parte di Hacker iraniani e russi sulle elezioni. Parte Biden: “Ogni paese straniero che minaccia la sicurezza nazionale americana pagherà un prezzo. La sovranità americana non si tocca. Guardate che cosa hanno fatto con Rudy Giuliani, io non capisco: è stato usato dai russi per diffondere false informazioni. Io non so perché questo presidente sia così vicino a Putin quando in Afghanistan i russi sono andati contro i militari americani e hanno destabilizzato anche la Nato.
Ogni paese che interferirà con la sovranità americana pagherà un prezzo”. È qui che Donald Trump lancia il suo attacco: “Joe, hai riacevuto 3,5 milioni di dollari dai russi. Io non ho preso niente da loro. Nessuno è forte più di me con i russi. Tutte le e-mail che coinvolgono la tua famiglia. Io ti chiedo una spiegazione per gli americani”. Inoltre, il Tycoon attacca l’ex vicepresidente sul figlio Hunter e sui presunti affari in Ucraina. Biden va in sofferenza e, tra balbettii e piccoli blocchi, risponde: “Io non ho mai preso nemmeno un penny dall’estero. Questo presidente ha pagato in Cina cinque volte le tasse che paga negli Stati Uniti da un conto segreto. Io ho reso pubblici 22 anni di dichiarazioni fiscali. Tu non hai mai dato queste informazioni. Pubblica le tue dichiarazioni dei redditi e si vedrà la corruzione”.
La controbattuta non è brillante, né convincente, ma permette al candidato democratico di ribaltare l’argomento e andare all’attacco dell’avversario: “Primo, in Ucraina io ho fatto il mio lavoro in modo impeccabile da vicepresidente. Secondo, mio figlio non ha fatto soldi dalla Cina, l’unico che ha fatto soldi dalla Cina è questo ragazzo”. Su questo punto la giornalista incalza Trump sulla questione del conto corrente e sulle attività in Cina, ma Trump supera maldestramente l’ostacolo parlando delle attività da uomo d’affari che lo costringono a certi movimenti. La risposta non convince e offre la possibilità a Biden di affondare il colpo sulla questione commerciale con la Cina: “La sua guerra commerciale ha fatto aumentare il deficit con la Cina. La Cina con me dovrà seguire le regole internazionali. E dico una cosa agli americani: ‘Non è alla mia famiglia o alla sua famiglia che dovete guardare ma alla vostra famiglia che sta peggio di come stava 4 anni fa. Con Trump i milionari si sono arricchiti e la gente comune è più povera”.
L’ultimo appello. In chiusura di dibattitto la Welker da ai candidati la possibilità di lanciare l’ultimo appello agli elettori. Parte Trump: “Prima del virus cinese avevamo portato questo paese a una crescita mai vista, con 11 milioni di posti di lavoro creati in più breve tempo e così via. Ora ritorneremo a questo stato di cose. Ma vi dico una cosa: prima che arrivasse la pandemia gli afroamericani e gli ispanici avevano le migliori condizioni di sempre. Le donne lo stesso. Asiatici, diplomati o laureati. Tutte le categorie avevano i numeri migliori. Quando le cose vanno bene il paese si unisce.”
“Il successo unisce il paese. Ma io ho tagliato le tasse e lui le aumenterà le tasse. Se lui vincerà vi porterà alla depressione economica, vi porterà all’inferno e sarà molto male per questo paese”. Dello stesso tenore anche l’appello di Biden: “Prima del virus cinese avevamo portato questo paese a una crescita mai vista, con 11 milioni di posti di lavoro creati in più breve tempo e così via. Ora ritorneremo a questo stato di cose. Ma vi dico una cosa: prima che arrivasse la pandemia gli afroamericani e gli ispanici avevano le migliori condizioni di sempre.”
“Le donne lo stesso. Asiatici, diplomati o laureati. Tutte le categorie avevano i numeri migliori. Quando le cose vanno bene il paese si unisce. Il successo unisce il paese. Ma io ho tagliato le tasse e lui le aumenterà le tasse. Se lui vincerà vi porterà alla depressione economica, vi porterà all’inferno e sarà molto male per questo paese”. Secondo un sondaggio istantaneo della CNN, l’ultimo confronto viene vinto da Joe Biden con una preferenza al 53% da parte degli elettori contro il 39% di Trump. Tuttavia, la verità è che dal dibattito non è uscito un vincitore e la sfida si giocherà tutta nel giorno del voto. Al momento Biden è dato in vantaggio di 7,9 punti percentuali nei sondaggi nazionali, ma il Tycoon sta riducendo lo svantaggio e, secondo lo stesso comitato elettorale di Biden, Trump sarebbe in lieve vantaggio in stati importanti come Michigan, Arizona, Florida e Ohio. Insomma, la partita è ancora tutta da giocare.