Il Coronavirus è ufficialmente diventato una sfida globale da quando l’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha valutato il virus come Pandemia solo pochi giorni fa. I paesi più colpiti hanno preso misure drastiche. L’Italia, primo paese europeo ad aver affrontato un massiccio numero di contagi, è stato costretta a porre l’intero territorio nazionale in quarantena con la chiusura di tutte le attività commerciali ad esclusione dei servizi essenziali. Misure eccezionali prese con gran coraggio per il benessere dei cittadini e la tenuta del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) e che molti paesi europei, dato il crescente numero dei contagi che li sta colpendo, iniziano a seguire. Il “modello italiano”, o coreano che dir si voglia, di certo non ha attecchito negli Stati Uniti, dove però iniziano a crescere i numeri dei contagi e il numero delle vittime infettate da Covid-19. L’esuberante Presidente americano, Donald Trump, inizialmente aveva cercato di girare attorno al problema con la sua retorica muscolare, ma a seguito di una settimana estremamente fibrillante, dovuta alle dichiarazioni OMS e ai primi contagi tra i membri del Congresso, ha iniziato ad adottare misure per contrastare la diffusione del virus. Tuttavia, queste prime azioni del capo della Casa Bianca sono state prese a seguito di un duro attacco della comunità scientifica.
L’attacco di Science. L’editoriale pubblicato mercoledì su Science, tra le riviste scientifiche più prestigiose al mondo, rappresenta il punto di svolta sulle misure prese dall’amministrazione americana negli ultimi giorni. Infatti, l’articolo firmato dal direttore H. Holden Thorp, intitolato con un forte e chiaro “Do us a favor” rappresenta un duro attacco al Presidente e alla gestione dell’emergenza provocata dalla diffusione del Coronavirus negli Stati Uniti. Le critiche sono diverse, ma tutte puntano il dito contro le politiche dell’esecutivo degli ultimi anni. Anzitutto, Thorp critica i tagli fatti dall’amministrazione Trump nel campo della ricerca scientifica, i quali hanno colpito in particolare il Centers for Disease Control and Prevention (CDC), il più importante istituto americano per il controllo della sanità pubblica. Inoltre, l’articolo accusa il Presidente di “insultare la scienza”.
Fatti inusuali, comunicazione inusuale. Che i rapporti tra Trump e la comunità scientifica non fossero idilliaci non è cosa nuova, dati i continui scontri sui cambiamenti climatici degli ultimi anni. Tuttavia, l’editoriale, che ha avuto una diffusione molto veloce negli “States”, rappresenta un episodio particolare, perché è estremamente raro che la rivista prenda posizioni così nette, ancor più inusuale che lo faccia contro un presidente americano. Una forte critica viene rivolta al fatto che l’amministrazione impedisce agli scienziati impegnati nello studio del Covid-19 di comunicare le informazioni necessarie ai cittadini statunitensi, affermando che l’esecutivo “o blocca queste informazioni, o le riformula piene di contraddizioni”. Viene evidenziato il fatto che la presidenza americana nelle scorse settimane abbia più volte sostenuto che la diffusione fosse contenuta, nonostante molti casi positivi fossero stati registrati in diversi stati oltre a quello di Washington, ad oggi il più colpito. Thorp afferma che la strategia di Trump sembra essere stata quella di mettere pressione agli scienziati per lo sviluppo di un vaccino, al posto di prendere le misure preventive necessario, dato che più volte gli stessi scienziati avevano specificato che i tempi per la realizzazione del vaccino erano lunghi (un anno e mezzo secondo le stime).
Misure insufficienti. Guarda caso le prime misure prese da Trump sono state prese proprio tra mercoledì e giovedì, dopo le dichiarazioni OMS e la pubblicazione dell’editoriale. Tra queste vi è la surreale sospensione di tutti i voli dall’Europa, tranne che dal Regno Unito. Misura subito oggetto di diverse critiche: in primis l’inspiegabile eccezione fatta per la Gran Bretagna, unico paese europeo a non aver preso misure e a non volerle prendere, ma soprattutto perché molti contagi sono avvenuti già all’interno del territorio americano e non da cittadini di terzi paesi. Il direttore di Science attacca in particolare i tagli compiuti dal governo Trump oltre che al CDC, agli Istituti Nazionali di Sanità (NIH), oltre che la scarsissima considerazione mostrata dall’amministrazione verso alcune agenzie federali di stampo scientifico, come l’Agenzia per la protezione dell’Ambiente. Secondo Thorp l’attuale presidente ha passato tutto il primo mandato a danneggiare e ignorare la scienza ed ora pretende che venga trovato un vaccino contro il coronavirus in tempi brevi, ma, come spiega il direttore, “non si possono rompere le regole della natura per ottenerlo”. La chiusura dell’editoriale è emblematica ed esplicita, quasi una preghiera per il benessere dei cittadini americani: “Ci faccia un favore, presidente. Se vuole qualcosa, inizi a trattare la scienza e i suoi principi con rispetto”.