Continua a crescere la tensione tra l’Unione Europea e Minsk a seguito dell’arresto del giornalista e oppositore bielorusso Roman Protasevich, realizzato attraverso il dirottamento di un volo di linea Atene-Vilnius. Il Presidente bielorusso ha accusato l’occidente di voler destabilizzare il paese per lanciare un’offensiva contro la Russia, ma di avere in serbo importanti contro risposte. Intanto anche la Nato ha chiesto al regime di Lukashenko l’immediata liberazione del giornalista e della fidanzata, arrestata assieme a lui.
Il dirottamento. Per meglio comprendere la vicenda e la crescente tensione, è necessario ripercorrere gli avvenimenti degli ultimi giorni, partendo proprio dai fatti del pomeriggio di domenica 23 maggio. Le autorità di Minsk hanno costretto un aereo della compagnia low cost irlandese Ryanair in volo da Atene a Vilnius, in Lituania, dove sono rifugiati molti oppositori di Lukashenko, a deviare il proprio percorso e ad atterrare nella capitale bielorussa Minsk. L’aereo trasportava 171 passeggeri ed era quasi entrato nello spazio aereo lituano quando i controllori di volo bielorussi hanno avvisato i piloti della presenza di presunti esplosivi con finalità terroristica a bordo. Così, il volo è stato costretto a compiere una deviazione di quasi duecento chilometri rispetto alla meta originale affiancato da un jet militare MIG-29 bielorusso. Già qui c’è un elemento oscuro, dato che dalle ricostruzioni del tragitto, l’aereo si trovava più vicino a Vilnius che a Minsk; inoltre, sembra che avesse già raggiunto lo spazio aereo lituano. Probabilmente i piloti Ryanair intimoriti dal MIG-29, mandato su ordine dello stesso Lukashenko, hanno deciso di seguire le disposizioni senza correre rischi. Non a caso, nella mattinata di lunedì l’amministratore delegato di Ryanair, Michael O’Leary, ha detto alla radio irlandese Newstalk che la deviazione forzata del volo è stata “un dirottamento ordinato dallo stato bielorusso” e che a bordo dello stesso aereo ci fossero anche alcuni agenti dei servizi di sicurezza bielorussi.
L’arresto del reporter. Naturalmente, la presenza di esplosivi si è rivelata una montatura che ha portato al vero obiettivo della deviazione: la messa in stato di arresto di Roman Protasevich. Il giornalista ventiseienne bielorusso era stato accusato dal regime di terrorismo per il suo ruolo di organizzatore delle enormi proteste dello scorso anno contro Lukashenko, accusato di aver manipolato le elezioni di agosto per ottenere il sesto mandato presidenziale consecutivo. Come molti altri oppositori bielorussi, anche il giovane reporter era scappato all’estero per evitare ritorsioni dal regime e dal 2019 abitava tra Polonia e Lituania, paese che aveva respinto una precedente richiesta di estradizione da parte delle autorità bielorusse. Protasevich, che gestisce il canale Telegram di opposizione “Belamova”, era andato in Grecia per documentare una conferenza a cui partecipava anche Svetlana Tikhanovskaya, la principale oppositrice politica di Lukashenko e candidata alle elezioni presidenziali dello scorso agosto.
Reazione europea. Le istituzioni dell’Unione e dei principali paesi europei non hanno lasciato passare questo dirottamento che ha ben pochi precedenti nella storia dell’aviazione civile. Durante una riunione straordinaria organizzata lunedì sera a Bruxelles, i leader dei paesi dell’Unione hanno chiesto la liberazione immediata di Protasevich e della sua compagna, Sofia Sapega, arrestata con lui all’aeroporto di Minsk. Inoltre, hanno invitato le compagnie aeree europee a non sorvolare più lo spazio aereo, chiedendo un’indagine dell’Organizzazione Internazionale per l’Aviazione Civile (ICAO), agenzia specializzata delle Nazioni Unite, che in un incontro urgente per giovedì ha accettato l’avvio di un’indagine internazionale. Le sanzioni devono ancora essere definite, ma ci si aspetta che saranno comunicate entro breve tempo. L’Unione Europea, infine, ha deciso per l’introduzione nuove sanzioni economiche contro la Bielorussia e non permetterà l’uso degli aeroporti europei alla compagnia aerea di stato bielorussa Belavia. Le sanzioni devono ancora essere definite, ma ci si aspetta che saranno comunicate entro breve tempo.
La risposta di Minsk. La Bielorussia ha promesso una dura reazione a qualsiasi sanzione, attacco e provocazione da parte dei Paesi occidentali attraverso il discorso del Presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko pronunciato giovedì nel Parlamento di Minsk: “Reagiremo duramente a eventuali sanzioni, attacchi e provocazioni. Non perché vogliamo iniziare qualche guerra nel centro del continente, ne abbiamo avuto abbastanza”, ma solo perché “l’Occidente non ci lascia altra scelta”. Secondo il Presidente, il dirottamento dell’aereo Ryanair Atene-Vilnius da parte dei caccia di Minsk è avvenuto in seguito ad un allarme bomba e la Bielorussia ha agito legalmente dirottando il velivolo, con l’obiettivo di proteggere vite umane. Infine, Lukashenko ha accusato l’occidente di aver organizzato un complotto per un cambio di regime a Minsk, ritenuta “area di test” per lanciare un conflitto con la Russia. Naturalmente, tutte tesi prive di fondamento, ma che hanno in ogni caso ricevuto l’appoggio di Putin. Infatti, Mosca ha vietato l’arrivo di due voli europei in arrivo rispettivamente da Parigi e Praga, poiché la mappa del tragitto di volo, seguendo le disposizioni europee, aggirava lo spazio aereo bielorusso. In breve, il dirottamento del volo Ryanair dai caccia di Minsk è un nuovo, pericoloso capitolo dello scontro tra Bruxelles e Mosca.