Dopo un anno nero dovuto alla dura crisi pandemica causata dal Covid-19, Bruxelles rivede in rialzo le previsioni del 2020 e prevede un forte rimbalzo grazie all’evoluzione positiva della campagna vaccinale e il graduale allentamento delle restrizioni in tutti i Paesi dell’Unione. Anche i dati italiani mostrano un miglioramento sostanziale, ma la ripresa procede più lenta rispetto alla media europea.
Cambio di marcia nel 2022. In ogni caso, la vera svolta a livello economico arriverà solo nel prossimo anno, quando il pacchetto del Recovery Fund favorirà l’aumento più alto di investimenti pubblici da oltre un decennio. Il vicepresidente della Commissione, Valdis Dombrovskis, non nasconde il proprio ottimismo e quello dell’esecutivo europeo, ma cerca di tenere comunque alta la soglia di attenzione, dato che la tempesta non è ancora passata, pur confermando il costante impegno delle istituzioni europei per favorire la ripresa. Infatti, il vicepresidente ha chiarito che: “Molti rischi continueranno ad incombere su per tutto il tempo in cui durerà la pandemia virale. Finché non saremo su un terreno solido, continueremo a fare tutto ciò che serve per proteggere le persone e tenere a galla le imprese”. Dello stesso tenore l’intervento di Paolo Gentiloni, commissario europeo agli affari economici, che ha specificato: “Il sostegno di bilancio senza precedenti è stato essenziale per aiutare i lavoratori e le imprese a superare la tempesta. Il corrispondente aumento del deficit e del debito è destinato a raggiungere il picco quest’anno prima di cominciare a diminuire. Abbiamo molto lavoro davanti a noi per sfruttare al meglio l’opportunità storica del Next Generation EU”.
Le stime. Entrando nel dettaglio delle previsioni della Commissione: la zona euro dovrebbe confermare una crescita del 4,3% nel 2021 e del 4,4% nel 2022, contro le iniziali previsioni autunnali che le stimavano rispettivamente al 4,2% e al 3%. La contrazione economica del continente del 2020, invece, si è confermata al 6,6%. Anche sull’inflazione le stime europee sono positive, con un ribasso previsto dal 1,7% del 2021 all’1,3% del 2022. Tuttavia, anche questi dati non sono privi di rischi e molto dipenderà anche dall’atteggiamento delle famiglie e dei consumatori. “Le stime potrebbero sottostimare la propensione delle famiglie a spendere o invece sottostimare il desiderio dei consumatori di mantenere alti livelli di risparmio precauzionale. Un altro fattore è la tempistica del ritiro del sostegno di bilancio, che se prematuro potrebbe compromettere la ripresa. D’altra parte, un ritiro ritardato nel tempo potrebbe portare a distorsioni del mercato, mantenendo artificialmente in vita imprese non redditizie” è quanto affermato dalla Commissione europea.
I dati italiani. Dati positivi anche per la ripresa italiana, anche se i dati si mostrano diversi rispetto alla media europea. L’economia della penisola ha subito il secondo peggior calo del continente, crollando del 8,9% nel 2020 e venendo superata solo dalla Spagna che ha perso il 10,8%. Tuttavia, è nella ripresa che lo stato italiano mostrerà la sua lentezza rispetto alla media europea. Infatti, lo Stato spagnolo crescerà del 5,9% nel 2021, così come Parigi, che si attesterà sul+ 5,7%. Qualora Roma rispetti la tabella di marcia del piano di ripresa, l’economia italiana in ogni caso dovrebbe tornare ai livelli prima dell’arrivo del Covid-19 solo alla fine del 2022.
Lavoro e finanza. Anche l’occupazione stenterà nella ripartenza. Il tasso di disoccupazione dovrebbe restare stabile al 10% almeno fino alla fine del 2022, quando finalmente dovrebbe verificarsi una crescita occupazionale. Sul fronte finanziario le previsioni sono di un deficit che passerà dall’11,8% del 2021 al 5,8% del PIL nel 2022. Anche il debito pubblico è visto in ribasso nel 2022 di circa due o tre punti percentuali dopo aver toccato il picco del 158,8% nel 2021. Anche su questo punto il richiamo di Gentiloni all’Italia è voluto essere chiaro: “non basta tornare ai livelli fino al 2019, bisognerà che il 4-4,5% che prevediamo per il 2021-22 lasci un seguito di una crescita più alta dal 2023 in poi e che questo seguito sia il seguito di una crescita di qualità. È possibile. Le risorse ci sono. L’impegno della intera classe dirigente del paese è fondamentale”. Starà alla classe dirigente del Paese sforzarsi affinché questa crescita venga concretizzata. Per il momento, a Bruxelles domina comunque l’ottimismo.