Nella giornata di mercoledì la Commissione europea ha pubblicato i dati relativi alle politiche di bilancio dei paesi dell’Unione Europea. Come era facile immaginare, i numeri sono condizionati da un forte aumento della spesa dovuto alle conseguenze della crisi sanitaria causata dal Covid-19. Dunque, nulla di eclatante o imprevisto. La Commissione a tal proposito ha annunciato che il Patto di Stabilità resterà sospeso anche nel corso del 2022, ma ha tenuto anche a ribadire prudenza nella spesa ai Paesi soggetti ad un alto debito, come l’Italia, invitandoli a proseguire in una politica di bilancio prudente.
Tra debito e spesa. Come ha voluto specificare il vicepresidente Valdis Dombrovskis, l’Unione ha “deciso di prolungare la clausola di salvaguardia nel 2022, con l’obiettivo di disattivarla nel 2023. Stiamo incoraggiando gli Stati membri a mantenere misure di sostegno quest’anno e il prossimo (…) Un mix di spesa faciliterà il ritorno a posizioni più prudenti nel medio termine, il che sarà particolarmente importante per i paesi ad alto debito”. Naturalmente, tale “mix”, deve essere focalizzato sugli investimenti necessari alla ripartenza, mantenendo sotto controllo le altre spese. Una delle capitali europee che sarà sotto la lente di ingrandimento è sicuramente Roma, il cui stock di indebitamento sfiora ormai il 160% del prodotto interno lordo. Come tutti gli altri governi, anche quello italiano è stato costretto ad aumentare la spesa pubblica per sostenere l’economia e non sorprende che, grazie alla sospensione del Patto di Stabilità, ben tredici Stati membri non abbiano rispettato la regola del debito nel 2020, tra i quali compaiono anche la Germania, la Francia e la Spagna. Come specificato dalla documentazione pubblicata: “La Commissione europea ritiene che, in questa fase, non si debba decidere se sottoporre gli Stati membri alla procedura per debito eccessivo”. Anche sugli equilibri macroeconomici la pandemia ha di fatto congelato la situazione, dove dodici Paesi sono in difetto e tre (Italia, Grecia e Cipro) stanno affrontando uno squilibrio di bilancia eccessivo.
Un nuovo Patto. Come deciso pochi mesi prima dell’inizio della pandemia, entro la fine del 2021 la Commissione presenterà nuovi suggerimenti per la modifica del Patto di Stabilità. La Commissione suggerisce che fin dal prossimo anno le politiche di bilancio si differenzino tra i paesi, tenendo conto della situazione economica e sanitaria di ciascuno. Come specificato dall’esecutivo “Quando le condizioni lo permetteranno gli Stati membri dovrebbero perseguire politiche per garantire la sostenibilità di bilancio nel medio termine. Gli Stati con bassi livelli di debito dovrebbero sostenere l’economia con appropriate politiche di bilancio. I paesi con un debito elevato dovrebbero utilizzare il Fondo per la Ripresa in modo da finanziare investimenti aggiuntivi a sostegno della ripresa, perseguendo una politica di bilancio prudente”. Tuttavia, su queste modifiche peseranno le posizioni di Germania e Francia che a breve dovranno affrontare la tornata elettorale nazionale egli equilibri potrebbero cambiare.
Obiettivi qualitativi. Come detto, tra i paesi con un alto debito vi è l’Italia e, nonostante la situazione straordinaria permetta maggiori manovre di spesa, l’invito è comunque a non lasciar crescere in maniera sproporzionata il debito. Come spiegato da alcuni fonti interne: “la sospensione del Patto non significa che la Commissione europea non sorveglierà le singole politiche di bilancio. Non vi saranno per il 2022 obiettivi cifrati, ma obiettivi qualitativi. La crescita della spesa corrente finanziata a livello nazionale dovrebbe essere tenuta sotto controllo ed essere limitata per gli Stati membri con un debito elevato”. Proprio in queste settimane gli Stati dell’Unione stanno presentando i piani nazionali di rilancio per la ripresa, che in ogni caso devono rispettare le raccomandazioni specifiche mandate ai singoli governi degli scorsi anni. In questo senso, la Commissione ha specificato che “l’adozione di riforme e l’entrata in vigore di investimenti nell’ambito del Fondo per la Ripresa dovrebbero aiutare ad affrontare le sfide già segnalate in passato e svolgere quindi un ruolo importante nell’affrontare gli squilibri macroeconomici esistenti”.