Nella prima riunione del 2021, nonché primo meeting con Joe Biden a presiedere la Casa Bianca, la Federal Reserve, la Banca Centrale statunitense, conferma le attese, lasciando la politica monetaria invariata con il tasso di interesse compresi tra 0 e 0,25%; stessa decisione anche sulle misure di quantitative easing. I motivi di queste scelte della Fed sono dovuti agli iniziali segnali di ripresa dell’economia americana.
Secondo quando specificato dal comunicato emesso a margine della riunione della Banca Centrale USA, il Fomc, ovvero il comitato di politica monetaria della Fed, “ha deciso di mantenere l’intervallo obiettivo per il tasso dei fed Funds da 0 a 0,25% e si aspetta che sarà appropriato mantenere questo intervallo obiettivo fino a quando le condizioni del mercato del lavoro non avranno raggiunto livelli coerenti con le valutazioni del Comitato sulla massima occupazione e l’inflazione è aumentata al 2% ed è sulla buona strada per superare moderatamente il 2% per qualche tempo”.
Anche l’analisi sulla situazione economica registra poche variazioni, dato che proprio l’attività economica e l’indice di occupazione registrano un rallentamento, in particolar modo nei settori maggiormente colpiti dalla crisi sanitari. Ci sono, però, alcuni segnali positivi. Jerome Powell, Presidente della Fed, nella conferenza stampa a margine della riunione ha evidenziate che, favorito dai bassi tassi sui mutui, il settore edilizio è tornato ai livelli precrisi, così come quello manifatturiero pur ancora in modo parziale.
Un punto centrale introdotto dalla Fed è quello riguardante i vaccini e la campagna vaccinale. Infatti, la Banca Centrale statunitense tiene a sottolineare come l’evoluzione del quadro economico sarà strettamente collegato a quello sanitario: “Dipenderà significativamente dal decorso del virus compresi i progressi sulle vaccinazioni”. Tuttavia, nel comunicato vengono modificati alcuni riferimenti temporali rispetto a quello di dicembre e, in particolare, il riferimento ai rischi dovuti al Covid-19 divenuti di “breve termine”, quando il mese precedente erano previsti di “medio termine”. Il Presidente della Fed tiene a precisare che, nonostante non si debbano sottovalutare le sfide future, c’è un moderato miglioramento delle prospettive.
Oltre ai tassi invariati della politica monetaria, come detto tenuti nella quota tra 0 e 0,25% fino al raggiungimento degli obiettivi occupazionali e di inflazione, vengono confermati anche gli acquisti di titoli di stato per ottanta miliardi di dollari mensili e per quaranta su quelli degli asset-backed securities. In ogni caso, la Federal Reserve resta pronta ad ampliare la manovra qualora ci fosse il rischio di non raggiungere gli obiettivi programmati. Powell non ha mostrato preoccupazione per il rendimento dei titoli decennali in rialzo, così come ha evitato qualsiasi riferimento o commento alla borsa statunitense, che ha visto un repentino rialzo nelle ultime settimane.
Powell ha, inoltre, dedicato un passaggio alla politica fiscale, ribadendo come quest’ultima sia stata sostenuta e forte fino a questo punto. Il Presidente della Banca Centrale statunitense ha riservato anche un passaggio, molto diplomatico, in merito alle competenze e ai piani della nuova amministrazione targata Joe Biden: “la valutazione su quanto spendere e in che modo è competenza dell’amministrazione e del Congresso e non della Fed”. Tuttavia, nonostante questo rispetto delle competenze e, in parte, di un indiretto sostegno all’azione della nuova amministrazione statunitense, Powell ha voluto ribadire anche le difficoltà di questa fase: “siamo molto lontani da una piena ripresa. Qualcosa come nove milioni di persone restano senza lavoro come conseguenza della pandemia. È lo stesso numero di persone che ha perso il lavoro nel momento più duro della crisi della grande recessione. Molte piccole imprese sono sotto pressione e altre necessità devono essere affrontate. Il cammino avanti a noi è ancora incerto”.