Sull’asse Usa-Cina si respira una nuova aria di tensione. Donald Trump ha firmato la legge varata dal Congresso americano che sostiene le proteste per la democrazia a Hong Kong. A farlo sapere è la Casa Bianca. Il presidente americano in una dichiarazione ha auspicato quindi che le autorità cinesi e di Hong Kong siano in grado di trovare una soluzione amichevole che porti alla pace e alla prosperità di tutti.
Le reazioni. Dal ministero degli Esteri di Pechino arriva la reazione da copione alla firma di Donald Trump sotto la legge varata dal Congresso a difesa dei diritti umani a Hong Kong. “Svela sinistre intenzioni e natura egemonica da parte degli Stati Uniti”, dice Pechino e avverte: “Intimiamo agli Usa di non agire arbitrariamente, o altrimenti la Cina dovrà fermamente contrattaccare”. Il governo di Hong Kong ha reagito specificando che si tratta di una legge “inutile e ingiustificata” che danneggia le relazioni e “invia un messaggio sbagliato ai manifestanti” invitandoli a insistere nella protesta e nel caos.
La legge. Lo Hong Kong Human Rights and Democracy Act, la legge del Congresso ratificata dalla Casa Bianca impone all’Amministrazione di rivedere almeno ogni anno lo status preferenziale concesso a Hong Kong dal punto di vista economico-finanziario. Se l’Amministrazione dovesse riscontrare che Hong Kong è sottomessa alla legge di Pechino, che è stata omologata al sistema cinese, dovrebbe trattare il territorio come il resto della Cina: a cominciare dai dazi.
Il rapporto Usa – Hong Kong. L’interscambio Usa-Hong Kong vale 67,3 miliardi di dollari e gli Usa vantano un surplus di 33,8 miliardi. Washington da mesi ha bloccato l’export di forniture alla polizia di Hong Kong accusata di uso eccessivo della forza contro i manifestanti democratici e anti-cinesi: niente più lacrimogeni e pallottole di gomma made in the Usa.
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