Innanzitutto bisogna capire cosa si intende per work-life balance. Benché la definizione parli chiaramente di “equilibrio” tra vita lavorativa e personale, nella quotidianità di ognuno di noi questo concetto può essere molto relativo e particolarmente influenzato dalla propria situazione personale: famiglia, tipo di professione, hobbies. Come ogni anno l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economica) si è data l’obiettivo di misurare in quali paesi ciascuno possa coniugare con maggiore soddisfazione la sfera professionale con quella privata.
Metodo: Oltre 100.000 mila persone in 180 paesi hanno condiviso gli aspetti che maggiormente incidono sulla loro qualità della vita. Questo studio ha consentito di raccogliere i dati in un data base costituito nel 2011 e costantemente aggiornato. Inoltre chiunque può collegarsi al sito dell’OCSE, selezionare i parametri più importanti in base alle proprie preferenze ed esigenze e scoprire quali sono i paesi che ottengono il risultato più alto. Si possono pertanto definire livelli di importanza da 1 (basso) a 5 (alto) per le seguenti voci: casa, reddito, lavoro, comunità locale, istruzione, ambiente, rispetto civico, salute, soddisfazione, sicurezza e work-life balance. In questo modo i risultati generali vengono ponderati in base ai pesi che ciascuno assegna alle singole voci e si riceve pertanto una classifica personalizzata. Inoltre, cliccando sulle singole categorie si può ottenere una breve spiegazione delle stesse.
Infine si può inviare lapropria classifica basata sulle preferenze espresse. In questo modo l’OCSE ha negli anni raccolto un grandissimo ammontare di dati che consentono oggi di stilare una classifica genarle che tiene conto della media dei punteggi indicati dagli utenti e allo stesso tempo di studiare le correlazioni tra le preferenze individuali e molti fattori anagrafici quali età, sesso, situazione familiare, peso specifico delle singole voci per chi resiede nel paese in cui è nato rispetto a chi invece vive all’estero.