Lavoro

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Con la nomina di Valeria Vittimberga a Direttore Generale prende il via definitivamente il nuovo corso dell’INPS presieduto da Gabriele Fava. Valeria Vittimberga, già Direttore Centrale Risorse strumentali e Centrale acquisti, fonda le basi della sua azione manageriale su un solido curriculum di studi e su una lunga carriera nei ruoli dirigenziali. La DG sarà a capo di una macchina complessa, pilastro del Welfare del Paese, chiamata ad alimentare e sostenere una rete di protezione sociale fatta di più di 400 diverse prestazioni erogate a 42milioni di cittadini-utenti. Questa nomina avviene in un momento importante, in una fase di ricambio generazionale dell’Istituto e di definizione di nuovi equilibri tra il centro e il territorio. “L’Inps è attivamente ingaggiato nell’attuazione del PNRR ed è protagonista della digitalizzazione della PA. In questo senso, tra gli indirizzi del mio mandato – ha affermato Valeria Vittimberga – ci saranno la trasparenza e il rigore morale come riferimento di una rinnovata azione amministrativa. Per ampliare ancor più il suo ruolo di presidio di legalità, l’Inps dovrà presentarsi come una casa di vetro, dove proprio la trasparenza nei confronti dei cittadini, degli stakeholder e dell’ecosistema comunicativo non deve essere solo uno slogan o un dettato normativo, ma una prassi interiorizzata”.

Commentando la nomina il presidente Gabriele Fava ha affermato: “La tempestività della decisione tra l’insediamento del nuovo CDA, la proposta del nome del nuovo Direttore generale e l’effettiva nomina rappresenta un segnale forte che vogliamo dare al Paese e di cui ringrazio il Ministro Elvira Calderone e il Governo tutto. Ringrazio, inoltre, Antonio Pone (DG Facente Funzioni) e tutti i dirigenti e funzionari che con spirito di servizio hanno guidato questa delicata fase di passaggio. Con il nuovo assetto organizzativo prende il via quel progetto di INPS su cui il Parlamento mi ha dato fiducia e che ha l’obiettivo di supportare l’evoluzione del nostro sistema di welfare da difensivo a generativo, puntando sulla effettiva centralità delle persone, che sarà connotato da concretezza, efficienza e semplificazione su obiettivi definiti”.

È iniziato nei giorni scorsi il G7 dove si è discusso di clima, energia e ambiente. La Presidenza italiana ha guidato i lavori fino a mercoledì 1° maggio, in cui erano presenti i capi di Stato e i ministri dei governi di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America. A questi si aggiungeranno il presidente del Consiglio europeo e il presidente della Commissione europea.

“L’efficacia delle future iniziative politiche passa da una rivalutazione del ruolo dell’agricoltura”. Lo ha detto Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte in occasione dell’apertura del G7 alla Reggia di Venaria, in provincia di Torino.

“Il rapporto tra il settore primario, la scienza e la politica nel panorama europeo ed extra-europeo è essenziale per definire nuove strategie per far fronte al cambiamento climatico in atto, ridurre l’impoverimento dei suoli e tutelare gli ecosistemi, continuando a produrre alimenti di qualità, sostenibili economicamente e socialmente” evidenzia Allasia.

Confagricoltura Piemonte sottolinea da tempo l’importanza di fare rete tra i diversi soggetti coinvolti, dalle Istituzioni alla popolazione, creando occasioni di conoscenza, condivisione e partecipazione per sviluppare una gestione intelligente della natura. 

“Portiamo avanti costantemente una politica di promozione e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio, delle foreste e delle risorse naturali fondata sul rispetto e sulla custodia dei nostri territori; non siamo solo produttori, ma imprenditori legati al territorio e, in quanto tali, ottimizziamo le scelte aziendali orientandole anche verso la circolarità dei sistemi produttivi e la diversificazione delle attività, concentrandoci su quelle che saranno le parole chiave dell’Europa nei prossimi quattro anni, per continuare a fare impresa: competitività, produttività, sostenibilità ed energia” afferma il presidente di Confagricoltura Piemonte.

Parlando di economia circolare, è importante sottolineare che la Regione Piemonte è tra le prime in Italia per lo sviluppo del biogas, grazie alla presenza di oltre 220 impianti agricoli, che garantiscono una produzione di circa 1 TWh.

Le aziende “green” complessivamente sono 36.630 e alcune hanno sviluppato sinergie con il settore agricolo e dell’allevamento per ridurre l’impatto ambientale di alcuni processi.

Grazie ai fondi del PNRR, alcuni investimenti risultano più alla portata, ma rimangono sempre troppo numerosi gli sforzi in termini di adempimenti, pratiche onerose e modifiche dei processi produttivi, senza alcuna forma di congrua remunerazione, che gli imprenditori devono sostenere.

Un ultimo spunto di riflessione di Confagricoltura Piemonte riguarda, sempre nell’ottica del raggiungimento della neutralità carbonica, alcuni dossier di grande importanza ancora aperti e per i quali si sollecita una veloce chiusura: carbon farming (bene l’accordo raggiunto a fine febbraio tra il Parlamento europeo e il Consiglio sul primo quadro volontario per la certificazione di assorbimenti di carbonio a livello dell’UE) e TEA, (tecniche di evoluzione assistita). “Occorre raggiungere quanto prima un accordo in merito al loro inquadramento nell’ordinamento dell’Unione europea per fornire agli agricoltori strumenti utili a contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici con piante più tolleranti alle alte temperature e alla siccità, nonché più efficienti nell’uso delle risorse idriche e nutritive, resistenti alle malattie, e che garantiscono, allo stesso tempo, un potenziale produttivo adeguato” conclude Allasia.