Economia

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Il 10 maggio, presso il padiglione Oval (stand 178) al centro convegni Lingotto di Torino, si è tenuto il convegno “Violenza di genere e politiche aziendali in tema di parità ed inclusione” con Valentina Belvisi, Filippo Bonanni, Chiara Cerrato, Emilia Conrotto e Maria Giovanna De Vivo. Durante l’incontro, sono state sottolineate le migliori prassi che una azienda pubblica ed una privata, dovrebbero adottare nel rispetto delle normative e politiche di parità, ma soprattutto cosa serebbe necessario fare per creare un clima di rispetto e reciproca comprensione per valorizzare le differenze.

“L’INPS – ha spiegato Maria Giovanna De Vivo, presidente del CUG INPS – si è impegnato a mettere in atto progetti e iniziative in favore della parità di genere e conciliazione lavoro famiglia, lo smart working è entrato nell’Istituto già prima della pandemia dal 2019. Tanti i progetti: l’avvio del Bilancio di genere con un’analisi di contesto e indicatori sull’andamento del personale, sulla progressione di carriera e su eventuali divari retributivi; un cruscotto di genere che è un sistema di monitoraggio informatico. Ma il percorso più importante – ha concluso la De Vivo – è quello attivato per l’avvicinamento alla certificazione per la parità di genere”.

Nel pomeriggio, si è tenuta la premiazione della VI edizione del Premio nazionale letterario INPS Andrea Ferraro. L’evento, ormai ricorrente in occasione del Salone rivolto a riconoscere i talenti creativi e letterari presenti fra i dipendenti dell’Istituto. “Obiettivo del premio – ha spiegato Diego De Felice, direttore centrale della comunicazione INPS – è mettere in evidenza e valorizzare i talenti editoriali nascosti tra i dipendenti dell’Istituto. In questi sei anni il premio si è evoluto: ci sono più partecipanti e libri di livello più alto e c’è anche una maggiore consapevolezza dell’Istituto riguardo all’importanza di questo evento che tende a favorire il cementare di una comunità. Oltre che un ente previdenziale e assistenziale siamo anche un istituto che tende a valorizzare le proprie persone, il patrimonio artistico e il proprio contributo alla società civile”.

“Sono particolarmente felice e orgoglioso – ha detto Giulio Biino, presidente Circolo dei Lettori di Torino – che l’INPS anche quest’anno mi abbia voluto alla premiazione della VI edizione del premio letterario rivolto ai dipendenti. Pur essendo io un fervido sostenitore dei lettori a favore degli scrittori, in Italia troppi scrivono e troppi pochi leggono, credo che tra i numerosissimi dipendenti dell’INPS la giuria riesca ogni anno a scovare, scavando, alcune opere che hanno un loro pregio e quindi la premiazione sicuramente va ad individuare libri editi che meritano di essere letti”. ”Questo momento, questo premio è molto importante per la Città – commenta la Vicesindaca di Torino, Claudia Favaro – È importante la presenza di INPS all’interno del Salone, l’Istituto è una delle realtà più illustri del nostro paese, ne rappresenta il welfare; inoltre, premiare i propri dipendenti che scrivono vuol dire avere attenzione alle persone, stimolarle a tirare fuori anche i propri sentimenti, i propri racconti, le proprie emozioni”.

Oggi, invece, è stato presentato un nuovo volume della collana “20 Opere per 20 Regioni”, dedicato al
patrimonio artistico e architettonico dell’INPS del Piemonte. Gli interventi della prefazione del numero dedicato al Piemonte, a cura del Presidente Gabriele Fava, del Direttore Generale ff Antonio Pone e del Direttore regionale Piemonte Filippo Bonanni, offrono un punto di osservazione privilegiato sull’entità e sull’importanza del patrimonio artistico dell’INPS. “Mi piace immaginare queste opere d’arte all’interno delle nostre sedi come testimoni silenziose delle trasformazioni sociali che sono avvenute nel tempo – ha detto Filippo Bonanni, direttore regionale INPS Piemonte- sono opere che, per decenni, hanno assistito al lavoro dei nostri dipendenti ma anche al transitare nelle nostre sedi degli utenti che, nel tempo, hanno avuto bisogno dei nostri servizi”. Il volume presenta venti opere d’arte che vanno da ‘Dafne e Apollo’ di Claudio Francesco Beaumont, all’olio su tela ‘Paesaggio’ di Arturo Pividori. L’INPS sarà presente al Salone del libro anche nei prossimi giorni con diverse iniziative che vedrà coinvolti i cittadini e i partner del territorio.

Milano, 13 maggio – La consapevolezza delle imprese quotate italiane in merito alla materialità del cambiamento climatico è in continua crescita, come testimoniato dall’interesse a riorientare i modelli di business in direzione della transizione energetica e dall’aumento del numero di aziende disposte a rendicontare in modo trasparente sia gli impegni assunti sia i risultati conseguiti. Alcuni passi in avanti, però, sono ancora da realizzare come l’incremento delle competenze degli organi di governance in materia di cambiamento climatico, una maggiore diffusione di misure di adattamento e di impegni per la carbon neutrality e un’incidenza ancora troppo ridotta del climate change nelle politiche di remunerazione.

Lo scenario emerge dalla seconda edizione del rapporto curato da Deloitte, “L’attuazione delle Raccomandazioni TCFD nelle società quotate italiane” che approfondisce le modalità con cui le società appartenenti agli indici azionari nel 2023 hanno affrontato i temi legati al cambiamento climatico e alla transizione energetica attraverso l’analisi di documenti pubblici, siano essi redatti per obbligo di legge o in forma volontaria. Il rapporto si concentra sull’attuazione delle raccomandazioni TCFD e misurandone, se presenti, eventuali progressi in merito a quattro aree tematiche: governance, strategia, gestione del rischio, metriche e obiettivi.

La presentazione si terrà domani, martedì 14 maggio, alle ore 11 presso la Deloitte Greenhouse a Milano, in via Tortona 25. L’incontro si aprirà con gli interventi di Valeria Brambilla, AD di Deloitte & Touche, e Stefano Pareglio, Presidente di Deloitte Climate & Sustainability, a cui faranno seguito gli interventi di Alessandra Cerruti, Senior Manager Deloitte & Touche, e Daniele Strippoli, Partner Deloitte Climate & Sustainability. Seguirà una tavola rotonda, moderata da Roberto Race, a cui prenderanno parte Agostino Re Rebaudengo, Presidente Elettricità Futura e Presidente Asja Ambiente Italia; Monica de Virgiliis, Presidente SNAM; Giuseppe Zammarchi, Head of ESG Metrics, Policies and Disclosure UniCredit; Agnese Gramoli, Team Leader Sustainability & Stakeholder Engagement CREDEM.

“La crescente consapevolezza delle imprese di media e grande dimensione italiane sulle tematiche legate al cambiamento climatico e in generale dei fattori ESG” dichiara Valeria Brambilla, AD di Deloitte & Touche “rappresenta un significativo passo in avanti per l’intero ecosistema del nostro Paese in un contesto di forte sensibilità e crescente attenzione da parte delle istituzioni, degli investitori, dei consumatori e degli enti regolatori. I dati che emergono dal nostro rapporto e le interlocuzioni che abbiamo con il mondo imprenditoriale dimostrano un ruolo importante dei fattori ESG nella definizione delle strategie.”

“Le aziende quotate italiane sono sostanzialmente consapevoli del ruolo che il cambiamento climatico e la transizione energetica hanno nel determinare l’evoluzione dei modelli di business” commenta Stefano Pareglio, Presidente di Deloitte Climate & Sustainability. “Ci sono però molti margini di miglioramento. Dalle competenze del board e del management alle politiche di remunerazione, dalle analisi di scenario alla strategia di allocazione del capitale, dalla gestione del rischio alle relazioni con la catena di fornitura, fino dalle misure di adattamento, registriamo infatti gradi di maturità assai diversi e dunque l’esigenza di azioni più incisive.”

Governance

La governance delle questioni climatiche ha un ruolo primario per l’integrazione della sostenibilità nelle strategie e nelle attività ordinarie di ogni società. Il 69% delle società interpellate, in aumento rispetto al 60% dello scorso anno, ha attribuito responsabilità in materia di sostenibilità a un comitato endoconsiliare specifico. Il 41% delle società indagate inoltre dichiara la presenza di almeno un membro, all’interno del Consiglio di Amministrazione, dotato di competenze in tema ESG, cambiamento climatico e sostenibilità in senso lato: tale risultato è più che raddoppiato rispetto al rapporto dello scorso anno, in cui si rilevava la presenza di almeno un consigliere per il 18% del campione. Altri parametri sono in crescita rispetto a quanto registrato nell’ultima edizione: il 19% del campione analizzato dichiara di aver istituito un management committee con responsabilità specifiche legate all’adattamento e alla mitigazione del cambiamento climatico, in aumento rispetto al 15% del 2022; il 44% delle società appartenenti al campione analizzato possiede invece una politica di remunerazione con obiettivi legati al cambiamento climatico, in aumento rispetto al precedente 29%.

Strategy

Le organizzazioni sono chiamate a considerare gli impatti negativi sulle attività, gli obiettivi e la pianificazione finanziaria che potrebbero derivare da una mancata visione strategica. Le analisi condotte sul campione confermano che, in linea con quanto riportato lo scorso anno, il 94% delle società riconosce il cambiamento climatico come tema materiale e rilevante per la società e i suoi stakeholder. Si evince inoltre che il 25% delle società analizzate ha sviluppato un’analisi di scenario utile a prevedere gli impatti evolutivi del cambiamento climatico sulla propria organizzazione (e viceversa) e che la maggior parte (67%) di tali organizzazioni dà disclosure di chiare informazioni a riguardo. Questo risultato evidenzia, rispetto all’ultimo rapporto, un miglioramento in termini chiarezza e trasparenza: del 24% di società che sviluppavano un’analisi di scenario, solo il 43% ne dava disclosure in modo appropriato.

Risk Management

Le società sono chiamate a descrivere i propri processi di gestione del rischio per l’identificazione, la valutazione, l’integrazione a livello di sistema di gestione del rischio e le relative azioni di mitigazione intraprese. L’87% delle società analizzate considera i rischi e le opportunità derivanti dal cambiamento climatico nei propri processi di gestione del rischio, seppur in alcuni casi in modo generico all’interno dei rischi di natura ambientale. Rispetto all’analisi dello scorso anno, in cui tale integrazione si attestava al 70%, si registra un notevole miglioramento. In tema di quantificazione vanno tenute presenti due evoluzioni positive: il 51% del campione, in aumento rispetto al 41% registrato nel rapporto dello scorso anno, ha dichiarato di valutare i rischi climatici fisici e di transizione, seppur in alcuni casi solo genericamente e senza quantificarne sistematicamente i relativi impatti monetari; il 51% delle società in campione – rispetto al 34% dello scorso anno – quantifica le opportunità climatiche, seppur, in alcuni casi, senza quantificarne i relativi impatti monetari

Metrics & Targets

L’ultima area di Raccomandazioni TCFD riguarda la definizione e l’utilizzo di target e metriche per monitorare i rischi climatici associati all’uso di energia e di risorse naturali quali acqua, aria e suolo. Il 72% del campione ha effettuato analisi di Carbon Footprint relative all’organizzazione e/o ai propri prodotti o, seppur non presenti informazioni dettagliate a riguardo, offre prodotti e servizi green e svolge relative analisi in materia ambientale. Il 36% del campione in analisi nel 2022 ha aderito al questionario CDP Climate Change, che fornisce un’indicazione su come il business dell’azienda influisce sul cambiamento climatico e viceversa. Infine, il 23% del campione in analisi, rispetto al 16% dello scorso anno, dichiara di aver identificato obiettivi quantitativi di riduzione delle emissioni GHG connessi agli Science Based Targets e un target di neutralità carbonica.