Lavoro

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Impara costantemente dai dialoghi con i suoi interlocutori e utilizza un linguaggio estremamente naturale. Il suo nome è GAIA con un richiamo forte alla terra e alla Generative Artificial Intelligence, ovvero quell’intelligenza artificiale che aiuterà i turisti del Garda Trentino a conoscere meglio il territorio che li ospita, che fornisce informazioni sempre aggiornate con grandissima precisione. Tecnologia al servizio della persona, quindi, quella voluta dall’APT Garda Dolomiti e sviluppata da factory srl, che contribuisce a innovare e digitalizzare le destinazioni italiane e internazionali da 20 anni e vanta collaborazioni con oltre 40 destinazioni turistiche: GAIA, l’assistente virtuale dotato di intelligenza artificiale, sarà disponibile sui totem interattivi di 3 dei 9 infopoint dell’APT e sul sito www.gardatrentino.it. Il suo esordio è avvenuto venerdì 17 maggio nel corso del Destination Lab ospitato a Riva del Garda, uno dei più importanti appuntamenti annuale dedicato alle destinazioni turistiche italiane, che vede factory srl main partner e si svolge in collaborazione con APT Garda Dolomiti. E il Garda Trentino è una meta sempre più ricercata dai turisti, provenienti soprattutto dall’estero: il 2023 si è chiuso superando quota 4 milioni di pernottamenti (+2,62% rispetto all’anno precedente) per oltre un milione di turisti arrivati (+5,07%).

«Seguendo la nostra mission di essere una destinazione tra le più avanzate a livello europeo anche in fatto di innovazione, abbiamo colto l’opportunità offerta dal nostro partner che da anni studia una soluzione digitale per migliorare i nostri servizi, utilizzando la più moderna tecnologia per metterla al servizio di turisti e dei nostri operatori – spiega Oskar Schwazer, general manager di APT Garda Dolomiti –. Così è nata GAIA: un’assistente virtuale capace di interagire in tempo reale con il turista, dando informazioni accurate, pertinenti e super partes, e utilizzando un linguaggio naturale. In questo modo i nostri operatori avranno molto più tempo da dedicare ad altri lavori di maggiore qualità: GAIA è un servizio in più, che funziona 24 ore su 24, basta avere uno smartphone a portata di mano, una best practice a livello europeo».

«Tecnologia e aspetto umano corrono di pari passo – spiega Hubert Rienzner, Ceo di factory srl –. GAIA è un’assistente virtuale che apprende ogni giorno, trae informazioni utili da ogni interazione, proprio come le persone. Nei quasi tre mesi di test il processo costante di machine learning ci ha permesso di affinare il software, che è tutt’ora in fase di apprendimento, e pur avendo raggiunto un ottimo livello, ha ancora potenziale di miglioramento. Il settore turistico sta vivendo un’evoluzione rapida, in cui le tecnologie digitali e l’intelligenza artificiale stanno assumendo sempre più un ruolo chiave. In un mondo in cui i viaggiatori cercano esperienze personalizzate e interattive, l’adattamento a queste tecnologie non è solo un vantaggio, ma una necessità».

Aggiornamento costante

GAIA utilizza l’intelligenza del Large Language Model della più recente versione di Chat GPT. Nel contesto dello sviluppo dell’intelligenza artificiale, che ogni giorno si sviluppa in nuovi ambiti, il software di GAIA consente il controllo totale dell’AI, al servizio della destinazione e sfruttando a pieno il proprio potenziale. Un’informazione di grande qualità quindi, in quanto il software “pesca” le informazioni all’interno del suo database, costantemente aggiornato (non facendo quindi attività di crawling che andrebbe a “sporcare” i dati forniti) ed è in grado di riconoscere in tempi rapidi eventuali cluster di domande ed elaborarne le risposte.

Eventi, punti di interesse, esperienze e strutture ricettive sono solo alcuni dei temi attorno a cui ruota l’attività di GAIA. Ma il software non andrà solo a migliorare di gran lunga la customer experience turistica. GAIA, infatti, è anche in grado di supportare gli operatori nella creazione e gestione dei contenuti del sito, consente inoltre di analizzare le conversazioni con gli ospiti e raggrupparle tematicamente per ottenere una migliore conoscenza del pubblico e quindi migliorare il processo decisionale della gestione della destinazione.

Di territori e visione futura, si è parlato nel corso del dibattito pubblico tenutosi a Palazzo Aluffi – Polo Universitario di Rieti, Sabina Universitas. Andrea Ferrante (Biodistretto Amerina e delle Forre) ha dichiarato: «Lavoriamo per ricordare che cibo è diritto e non una merce, è un servizio alla comunità. Il Lazio è l’unica regione italiana dove l’area metropolitana fa 4/5 della popolazione regionale, per cui purtroppo spesso si ha una visione alquanto Roma-centrica, ma l’Italia è fatta anche di quei piccoli territori fondamentale anche per l’economia sociale».

«Slow Food come associazione no profit si trova perfettamente ad agio nell’ambito dell’economia sociale. Mi viene in mente il tema a noi molto caro dell’agricoltura sociale, dove si ha la possibilità di far incontrare due realtà da sempre vicine ma che i recenti sviluppi dell’agro-industria hanno sempre più disgiunto» ha dichiarato Luigi Pagliaro (Presidente di Slow Food Lazio).

Enza Bufacchi (Direttrice CNA Rieti) ha spiegato: «La CNA già oggi nella sua azione favorisce questi processi con le sue iniziative progettuali. Penso al progetto “Vivaio”, una piccola incubatrice di impresa con cui stiamo facendo moltissimo orientamento alla creazione di impresa per poi accompagnare nel percorso alcune delle persone che arrivano a raggiungere il proprio obiettivo».

Si è poi parlato di action plan europeo, con Paola Ferrara (Sustainability Manager Confcooperative e Direttrice Coopermondo) che ha dichiarato: «Con questo Festival stiamo cercando di contaminare un’economia che per algoritmi e per far quadrare i bilanci tende troppo a mettere al centro il profitto trascurando però gli aspetti più sociali ed umani dell’economia stessa. Si deve tornare a considerare l’uomo in quanto tale, non solamente come strumento economico».

Gianluca Salvatori (Segretario Generale Euricse, osservatore task force ONU economia sociale e solidale): «Lo scopo con cui è nata l’UE era il consolidamento di uno spazio di libero mercato, libera circolazione ecc. Negli ultimi 15 anni, però, abbiamo vissuto un filotto di crisi che hanno smentito la teoria secondo cui il mercato è capace di risolvere ogni problema, inducendo le autorità internazionali a rivedere il proprio impianto ideologico, introducendo l’idea che è possibile un nuovo tipo di economia guidato dagli obiettivi sociali».

Per Leonardo Pofferi (Direttore Ufficio Confcooperative Bruxelles): «Avremo presto nuovi interlocutori politici a livello europeo, cui chiederemo di consolidare il percorso fino ad oggi percorso, ribadendo che la direzione intrapresa verso la tutela dei diritti all’interno dell’economia non deve e non può essere variata».

Vanessa Pallucchi (Portavoce Forum Terzo Settore): «Tutto il mondo del terzo settore, dal volontariato alle fondazioni, svolge e ha svolto in questa transizione – fortemente caratterizzata da un liberalismo capitalista – un grande ruolo di equilibrio e tutela rispetto alla questione sociale. Se alcune questioni importanti, per esempio quelle legate alla disabilità, hanno assunto una posizione centrale, molto si deve ai cittadini attivi e alla loro capacità di essere corpo unito».

Daniela Freddi (Responsabile del Piano per l’Economia sociale, città metropolitana di Bologna): «In questo momento il focus deve essere sull’economia sociale, finora troppo trascurata. La politica al riguardo deve essere sì guidata dalle Pubbliche Amministrazioni ma allo stesso tempo deve essere capace di coinvolgere tutti gli attori presenti sul territorio, prendendone in considerazione i naturali rapporti di competizione ma costruendo contestualmente un perimetro in cui quegli stessi soggetti possano riuscire a collaborare».

Monica di Sisto (Vice Presidente Fairwatch): «Si avverte la necessità di uscire da un’ottica in cui si presta attenzione solamente all’economia finanziaria e delle grandi imprese volte solo al profitto, per recuperare una visione più vicina alle piccole realtà imprenditoriali operanti nei territori, rimettendo così al centro la persona rispetto al guadagno».

Simona De Giorgio (Coordinatrice del Comitato per l’imprenditorialità sociale della Camera di commercio di Torino e della piattaforma progettuale Torino Social Impact): «Per favorire lo sviluppo dell’economia sociale e civile le P.A. devono dialogare con tutte le componenti del territorio, partendo da quelle produttive a quelle associazionistiche e anche le altre P.A. come il settore bancario o della ricerca. Il tema è favorire la nascita di ecosistemi e sicuramente questo Festival è un passo avanti in questa direzione».

Giovanni Betti (Ufficio Federcasse di Bruxelles): «Il nostro tentativo è stato quello di porre davanti alla Commissione e alle istituzioni europee, a pochi mesi dalla pubblicazione dell’Action Plan, la necessità di dare maggiore attenzione al tema dell’economia sociale anche tramite un maggiore sostegno a quelle imprese che scelgono di correre un maggiore rischio magari scegliendo di non delocalizzare e cercando un tipo di sviluppo sostenibile».

Leonardo Tosti (Vicepresidente Camera di Commercio Rieti-Viterbo): «Il primo passo da fare per avviarsi verso un’economia più civile e sostenibile è quello di acquisire più consapevolezza come consumatori, partendo dal considerare con maggiore meticolosità l’intera filiera che accompagna il prodotto dall’inizio del processo di produzione fino ad arrivare al termine dell’utilizzo».

Il Festival Regionale dell’Economia Civile è una tappa del percorso di avvicinamento alla 6ª edizione del Festival Nazionale dell’Economia Civile2024 ed è promosso da Federcasse (Associazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali) e da Confcooperative, organizzato e progettato con NeXt (Nuova Economia perTutti), con la collaborazione di SEC (Scuola di Economia Civile) e il contributo di Fondosviluppo e realizzato grazie all’impegno di Campagna Sabina.