Carriere e Lavoro

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La stima preliminare della variazione del prodotto lordo per il primo trimestre del 2024 conferma le nostre valutazioni (+0,3% congiunturale). Appare valida la suggestione che l’economia italiana goda di buona salute, seppure in un contesto di rallentamento e di incertezza. L’inflazione sotto controllo, la tenuta dell’occupazione e le ottime performance del turismo, soprattutto nella componente straniera, costituiscono presupposti confortanti in vista del prosieguo dell’anno, per il quale l’obiettivo di crescita attorno all’1% resta ambizioso, ma largamente alla portata.

Oltre all’assenza di shock esterni, la dinamica economica di breve termine è condizionata sia dal ritmo di investimento, secondo i protocolli del PNRR, sia dal consolidamento del potere d’acquisto facilitato dal rientro dell’inflazione. I dati sulla variazione dei prezzi in aprile, sia in Italia sia in Europa, in linea con le nostre stime, sono favorevoli. L’inflazione è ormai sotto l’1% in Italia e non dovrebbe discostarsi molto da questo valore anche nella media dell’intero 2024. In Europa, si conferma al 2,4% in aprile e tenderebbe in media d’anno a valori poco superiori al 2%. Le aspettative, secondo la BCE sarebbero solidamente ancorate al target istituzionale. Di conseguenza, ci si aspetta un taglio dei tassi di riferimento di 25-50 punti base nella riunione del direttivo del prossimo sei giugno. Lo scrive, in una nota, l’Ufficio Studi di Confcommercio.

Alla fine di marzo 2024, i 39 contratti collettivi nazionali in vigore per la parte economica riguardano il 65,1% dei dipendenti – circa 8,5 milioni – e corrispondono al 64,5% del monte retributivo complessivo. Nel corso del primo trimestre 2024 sono stati recepiti 4 contratti: studi professionali, alimentari, commercio e servizi socio assistenziali-cooperative sociali. I contratti che a fine marzo 2024 sono in attesa di rinnovo sono 36 e coinvolgono circa 4,6 milioni di dipendenti, il 34,9% del totale. Il tempo medio di attesa di rinnovo per i lavoratori con contratto scaduto, tra marzo 2023 e marzo 2024, è aumentato da 26,6 a 29,0 mesi, mentre per il totale dei dipendenti diminuisce da 14,5 a 10,1 mesi.

La retribuzione oraria media nel periodo gennaio-marzo 2024 è cresciuta del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2023. L’indice delle retribuzioni contrattuali orarie a marzo 2024 segna un aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e del 3,0% rispetto a marzo 2023; l’aumento tendenziale è stato del 4,7% per i dipendenti dell’industria, del 2,6% per quelli dei servizi privati e dell’1,6% per i lavoratori della pubblica amministrazione. I settori che presentano gli aumenti tendenziali più elevati sono: legno, carta e stampa (+8,5%), credito e assicurazioni (+7,1%) e settore metalmeccanico (+6,1%). L’incremento è invece nullo per farmacie private, pubblici esercizi e alberghi, telecomunicazioni, ministeri, forze dell’ordine, forze armate e attività dei vigili del fuoco.