Le misure connesse all’emergenza sanitaria Covid-19 emanate dal governo hanno determinato alcune criticità nelle rilevazioni congiunturali condotte dall’Istat nella prima metà dell’anno, mentre sono rientrate per la stima di questo trimestre. Le analisi condotte dall’Istat sui tassi di risposta e sulle informazioni fornite dagli operatori economici indicano che la qualità degli indicatori congiunturali relativi al terzo trimestre, utilizzati nelle stime, non ha subito contraccolpi. Lo rileva l’Istat in una nota.
I dati. Nel terzo trimestre del 2020 – spiega l’Istituto – si stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato sia aumentato del 16,1% rispetto al trimestre precedente, mentre sia diminuito del 4,7% in termini tendenziali. Il terzo trimestre del 2020 ha avuto quattro giornate lavorative in più rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al terzo trimestre del 2019.
La variazione congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto sia nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca, sia in quello dell’industria, sia in quello dei servizi. Dal lato della domanda, vi è un contributo positivo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia di quella estera netta. La variazione acquisita per il 2020 – conclude l’Istat – è pari a -8,2%.