Lavoro

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Cresce molto la produttivitĆ  del capitale, in calo quella del lavoro, lieve aumento della produttivitĆ  totale dei fattori. Lo comunica l’Istat in una nota specificando che nel 2022 il valore aggiunto dei settori che producono beni e servizi di mercato registra in termini di volume un rilevante incremento, pari al 4,1%.

La produttivitĆ  del capitale – spiega l’Istat – cresce in misura sostenuta (+2,7%) mentre ĆØ più contenuto (+0,4%) l’incremento della produttivitĆ  totale dei fattori (PTF) che riflette progresso tecnico, cambiamenti nella conoscenza, variazioni nell’efficienza dei processi produttivi.

La produttivitĆ  del lavoro – afferma ancora l’Istituto di statistica – diminuisce dello 0,7% (tra il 2014 e il 2022 era aumentata in media dello 0,5%) per effetto di un aumento delle ore lavorate maggiore dell’incremento del valore aggiunto.

Il rapporto tra professionisti negli studi di progettazione di nuovo al centro dell’interesse dell’attivitĆ  dell’Ordine degli Architetti della provincia di Milano. L’istituzione ha invitato i suoi iscritti alla compilazione di unĀ questionario anonimoĀ per raccogliere dati aggiornati sui professionisti e le loro condizioni di lavoro.

Rilevanti i dati emersi soprattutto sui profili diĀ titolare di studio e collaboratori in mono-committenza:Ā ilĀ 59%Ā dei professionisti collaboratori continuativi dichiara diĀ non avere un contratto di incaricoĀ con il committente principale con cui lavora (per leĀ donne rispondenti la percentuale sale al 61%). All’83%Ā dei rispondenti il compenso professionale viene calcolato mensilmente, mentre al 4% a obiettivi o a progetto e al restante 12% su base oraria. IlĀ 79%Ā non riceveĀ conguagli periodici, l’80%Ā collabora con ilĀ committente principale da meno di 1 anno fino a 6 anni.Ā Per gli under 35 prevale una forte tendenza a cambiare studio entro i 3 anni.

Le risposte al questionario sono state la base per ilĀ Nuovo Vademecum per un lavoro equo e inclusivoĀ presentato a Milano, nella sede dell’Ordine di via Solferino. L’istituzione ordinistica, proseguendo il lungo percorso di ascolto degli iscritti e di approfondimento normativo con esperti legali, iniziato nel 2022, ha redatto il nuovoĀ testo guida aggiornato per i professionisti e i titolari di studi, di diverse dimensioni, per contribuire a disciplinare il delicato rapporto tra studi professionali e collaboratori. Un lavoro di riflessione e uno strumento operativo, di servizio, accompagnato anche dalla condivisione degli esiti di un questionario somministrato da luglio a settembre 2023 per raccogliere dati ed elementi aggiornati rispetto alle condizioni professionali e prospettive future.

Diverse le novitĆ  di questa seconda versione del Vademecum, in primis l’approfondimento sulla Legge per l’equo compenso che introduce una nuova tutela per i professionisti nei rapporti con la clientela.

“Sulla base dei riscontri avuti dalla prima edizione di questo documento, abbiamo aggiuntoĀ delle note di accompagnamento alle tematiche più rilevanti, con l’obiettivo di offrire un concreto orientamento per i professionisti nella relazione in particolare tra titolari di studi e collaboratori/trici“, spiega Federico Aldini, presidente dell’Ordine.Ā Ā«Contiamo che le sezioni aggiuntive, intitolate ā€œL’Ordine consigliaā€, possano contribuire al miglioramento delle condizioni di lavoro nel settore e nei rapporti di collaborazione, in particolare in mono-committenza. In ultimo, indipendentemente dal nostro lavoro sul Vademecum che proseguirĆ , ci impegneremo a portare le istanze dei collaboratori emerse nel questionario al Consiglio Nazionale degli Architetti, relativamente al fatto di lavorare per trovare una formula alternativa di contratto nazionale di lavoro subordinato che tenga conto delle specificitĆ  della nostra professioneĀ».

Il questionario. Il profilo delĀ titolare di studioĀ che emerge dal questionario ha un identikit chiaro: haĀ tra i 41 e i 60 anni di etĆ Ā con una prevalenza (59%) di uomini. IlĀ 58%Ā dei rispondenti dichiara di stipulare un contratto con i propri collaboratori, mentre ilĀ 94%Ā dei rispondenti ha tra 1 e 6 collaboratori continuativi. Poco più della metĆ , il 54% delle collaborazioni dura meno di 3 anni. Solo il 15% dei collaboratori rimane nello stesso studio per più di 6 anni, di cui il 5% per più di 10. Il 94% dei rispondenti dichiara di poter contare su collaboratori con meno di 40 anni. Poco più della metĆ  (53%) cita sempre i collaboratori nelle pubblicazioni (il 28% dichiara di citarli Ā«a volteĀ»). Rare le tutele aggiuntive, infatti,solo ilĀ 12% dei rispondenti dichiara di dare tutele aggiuntive ai collaboratori. Nel rapporto con i collaboratori emerge che per il 21% sono concordati orari, strumenti informatici, luogo di svolgimento dell’attivitĆ , per l’11% solo orari e luoghi dell’attivitĆ ,Ā per l’8% sono concordati orari, strumenti informatici, luogo di svolgimento dell’attivitĆ  e clausole specificheĀ esolo per il 4% sono concordati esclusivamente gli orari di lavoro.

Per quanto riguardaĀ i corrispettivi, ilĀ 24% dichiara meno di 1.000 euroĀ per i collaboratori che esercitano la professione da meno di un anno, il 72% dei rispondenti dichiara corrispettivi e compensi medi mensili tra i 1.000 e i 2.000 euro per il primo anno di attivitĆ  professionale. Per le collaborazioni tra 1 e 3 anni, all’80% dei collaboratori viene riconosciuto un importo tra 1.000 e 1.500 euro. L’84% riconosce una somma tra 1.500 e 2.500 euro ai collaboratori con 3/6 anni di collaborazione, mentre il 56% dei collaboratori con più di 6 anni di esperienza ha un corrispettivo che supera i 3.000 euro. Per quanto riguarda ilĀ libero professionistaĀ che lavora come collaboratore continuativo per uno studio professionale o per un professionista inĀ mono-committenzaĀ parliamo di un +80% del fatturato annuale. La maggior parte dei professionisti rispondenti (quasi ilĀ 69%) ha meno diĀ 35 anni, con una prevalenza di donne (quasi 58%).

Nel merito dell’attivitĆ  lavorativa,Ā ilĀ 57%Ā usa strumenti propri, ilĀ 49%Ā lavora più di 8 ore al giorno, ilĀ 90%Ā dichiara di non avere tutele aggiuntive, ilĀ 93%Ā svolge attivitĆ  nello studio professionale del committente principale (il restante tra casa propria, cantiere, studio). DelĀ 61%Ā non viene comunicata mai o quasi mai la partecipazione all’interno di siti web, piattaforme di comunicazione, riviste, comunicati stampa.

Ā«I consigli contenuti nel Vademecum rispondono ad alcune delle maggiori criticitĆ  emerse dal questionario, in tema di contrattualistica, organizzazione del lavoro e assicurazione, visto che molti professionisti non ne hanno una e per questo ne richiamiamo l’obbligatorietĆ Ā», spiegaĀ Francesca Scotti, tesoriera dell’Ordine e membro del gruppo di lavoro Fair Work. Ā«Nel Vademecum consigliamo il supporto di un contratto, dato che il tema del compenso ĆØ centrale e condiviso da collaboratori e titolari di studio. La promozione di contesti di lavoro e collaborazione equi può rappresentare, se seguiti, fattore reputazionale positivo per gli studi in un percorso che l’Ordine intende intraprendere di riconoscimento e valorizzazione dei medesimiĀ».

Ā«Per definizione il lavoro dedicato al ā€œFair Workā€ ĆØ da intendersi aperto, in evoluzione e in dialogo con gli iscritti – concludeĀ Bianca Miglietta, consigliere dell’Ordine e membro del gruppo di lavoro Fair WorkĀ – ContinuerĆ  ad accompagnare il lavoro di elaborazione documentale, uno sforzo di divulgazione di questi orientamenti innanzi tutto presso gli iscritti all’Ordine di Milano e con stakeholders del territorio, con altri Ordini territoriali, con il CNAPPC, le istituzioni e i media, nella convinzione che la promozione di pratiche corrette nell’esercizio della professione sia una responsabilitĆ  condivisa, che ha nella corretta informazione e costante formazione un elemento imprescindibileĀ».