Rosario Rasizza, Presidente Assosomm: “Le statistiche Istat consegnano un quadro di sostanziale stabilità e purtroppo disattendono le aspettative di una seconda serie di dati positivi. I numeri sulla somministrazione sono, invece, in controtendenza e registrano ancora una serie positiva, del 12%, segnale che un cambiamento è in atto. Il settore della somministrazione, infatti, è ciclico ed è affidabile per capire dove sta andando l’economia reale registrando, come un termometro, la ripartenza o meno dell’occupazione, al di là dell’incentivazione legata al contratto indeterminato a tutele crescenti.”
“In un quadro generale dove serve letteralmente lavorare per agganciare la ripresa, anche il lavoro temporaneo in somministrazione può offrire il proprio contributo. In Italia – prosegue Rasizza – in realtà questo strumento è ancora poco utilizzato, più che altro perché molte imprese non hanno la piena comprensione dei vantaggi essendo un servizio di recente istituzione. Tuttavia in Italia risulta ancora poco utilizzato, con un peso dell’1,2% rispetto al totale degli occupati, ben al di sotto della media europea dell’1,7%, staccato rispetto dalla Francia col 2,2% e della Gran Bretagna col 3,9%. Senza contare poi che il lavoro in somministrazione genera buona flessibilità che in molti casi si traduce in occupazione permanente. E sono proprio i più giovani ad avere maggiori possibilità.”