Aiuto ai poveri, ai bisognosi, egli emarginati: è questo che viene subito alla mente quando si parla di Opera San Francesco. Ed è vero, la onlus fondata nel 1959 in viale Piave a Milano dai Frati Cappuccini parla coi numeri: 827.525 pasti, 65.556 ingressi alle docce, 12.405 cambi di vestiti, 37.290 visite mediche, il tutto distribuito gratuitamente grazie al personale e agli oltre 600 volontari su cui l’Opera, a oggi, può contare.
Ma da tempo l’attività della l’onlus, oltre a far fronte a una prima emergenza, si occupa anche, attraverso uno sportello dedicato, di lavoro. Lavoro che, in questo caso più che mai, è sinonimo di autonomia e dignità: “L’idea è sempre stata quella che, una volta risposto ai bisogni primari, ci si occupasse anche del reinserimento del soggetto nella società – ci spiega Alessandro Ubbiali, responsabile dei volontari del servizio accoglienza e operatore presso lo sportello lavoro – Ufficialmente l’attività di mediazione e orientamento è nata nel 2000, ma è stato dopo la legge Biagi del 2003 che l’Opera si è affiliata al Consorzio Idea Agenzia Lavoro diventando la prima onlus in Italia ad avere l’autorizzazione ministeriale a operare per l’occupazione”.
L’iter di accesso – Può accedere al servizio non solo l’utenza dell’Opera, ma anche chiunque ne abbia necessità consegnando per prima cosa il proprio curriculum. Sarà poi il personale dello sportello, per la maggior parte dipendenti che hanno frequentato corsi di formazione, a contattare i profili che hanno più possibilità di essere collocati per un colloquio in cui ne vengono valutate le competenze. “L’aiuto che formiamo si declina in un’attività di orientamento (ovvero aiutiamo la persona a riscrivere il curriculum o a cercare lavoro online), di partecipazione ai progetti (per esempio abbiamo introdotto diverse persone alla Dote Unica Lavoro di Regione Lombardia), e infine di mediazione e consulenza per aziende e privati”.
Dal curriculum al collocamento – I curriculum che l’agenzia riceve mensilmente sono circa un centinaio (senza contare quelli che non vengono ritenuti idonei), mentre si contano uno o due inserimenti lavorativi al mese per la maggior parte con contratto a tempo indeterminato. “Può sembrare un numero basso, ma non è così se si considera la difficoltà di questo tipo di collocamento e il momento di crisi in cui ci troviamo”. La figura più richiesta è quella di colf, badante convivente e di infermiera (tanto che è stato creato un servizio apposito chiamato In famiglia) a cui vengono assegnate soprattutto le donne straniere che sono dunque quelle che trovano lavoro più facilmente. “Forniamo al privato tre nominativi tra cui scegliere la persona più adatta alle proprie esigenze e successivamente ci occupiamo dell’assistenza (anche burocratica) durante il periodo di inserimento”. Per quanto riguarda gli uomini sono invece le attività di volantinaggio o i lavori di pulizia quelli in cui trovano più spesso occupazione.
La distanza delle imprese – Se i contatti con i privati sono continuativi, le difficoltà maggiori nell’attività dell’agenzia riguardano le imprese: “Il mercato del lavoro è cambiato. Un tempo le aziende venivano allo sportello a fare richiesta di personale, oggi invece, dato il momento economico contingente, è molto difficile riuscire a inserire le persone, soprattutto quelle con disabilità, anche se c’è una legge che lo impone. Ed è a proposito di questo che cerchiamo di fare più informazione spiegando ai titolari che esistono anche contributi regionali per le assunzioni per quanto riguarda i soggetti in categoria protetta, ma anche, ad esempio, per i cassintegrati”.