Oggi vi racconto la bellissima storia di Gaetano e del percorso di crescita che lo ha portato a diventare Direttore della Roberto Re Leadership School in Abruzzo. Gae, come lo chiamiamo noi corsisti, fa il suo ingresso ogni mercoledì sera, con la sua voce forte e profonda, la sua sicurezza un po’ spavalda, tanta ironia e una passione contagiosa per il suo lavoro. La sala è ogni settimana più piena e il suo sguardo ogni volta più intenso e orgoglioso. Sì, perché lui sa che quelle persone sono lì anche per lui, per il suo coraggio, che lo ha spinto a crederci e ad arrivare fino in fondo, lo stesso che lui cerca di far emergere in ognuno di noi, cercando con pazienza, una ad una, la chiave di accesso ad ogni singola storia. Ed ogni incontro è magia.
Gaetano è di origini semplici, con una vita dai tratti molto incerti, almeno fino a qualche anno fa. Trascorre la sua infanzia a Melfi, cittadina della Basilicata nota per gli stabilimenti della Fiat. Il suo accento non tradisce le sue origini, nonostante abbia vissuto gran parte della gioventù a Roma, dove si è laureato in Design. Dopo la triennale, si iscrive alla Facoltà di Architettura, ma, come accade a molti studenti fuori sede, il desiderio di avere un’indipendenza economica fa vacillare tutte le sue certezze, così, alla fine del primo anno, lascia l’università e inizia a lavorare. Dopo le prime esperienze nel settore del design, l’incertezza economica, lo spinge a sperimentare ogni tipologia di lavoro, dal più umile al più faticoso. Quella vita romana, alla continua ricerca di una dimensione che lo rappresenti davvero, mette a dura prova i suoi equilibri e fa vacillare ogni sua certezza. Nel 2012 si trova in una situazione personale molto complicata, dalla quale non riesce ad uscire da solo. Un po’ per istinto, un po’ grazie alla donna che poi diventerà sua moglie, vede, negli insegnamenti di Roberto Re, una possibile soluzione ai suoi problemi.

Gaetano, inizia così il tuo percorso nel mondo del coaching e della formazione. Ti è mai venuta voglia di mollare? Grazie a quegli incontri ho iniziato ad affrontare ed eliminare le mie paure e i miei stati d’ansia. Nel momento in cui ho visto dei risultati concreti su di me, hanno iniziato a farsi strada degli obiettivi chiari e definiti di quella che volevo fosse la mia vita. Contribuire al benessere di altre persone che stavano vivendo la mia stessa situazione. Non è stato sempre semplice e, a volte, il desiderio di mollare è stato fortissimo. Il percorso verso il successo è stato ricco, intenso, ma anche combattuto e sofferto. I momenti di sconforto sono stati tanti e spesso ho avuto la tentazione di tornare sui miei passi. Quel periodo di apprendimento e di crescita mi ha richiesto tanta tenacia e determinazione. Sentivo il peso di non poter contribuire economicamente al benessere della mia famiglia, subivo ancora molto la paura del giudizio degli altri. Tra alti e bassi, sono arrivato, nel 2017, al culmine del mio malessere, con degli attacchi di panico che hanno bloccato non solo il mio lavoro, ma anche la mia vita. Quando tocchi il fondo hai un solo modo per risalire, aggrapparti a una forte motivazione e la mia motivazione si chiama Joshua e oggi ha 5 anni. Il desiderio di essere per lui un esempio di vita e di coraggio, il bisogno di riscatto, rispetto alla vita semplice che ho condotto da quando ero bambino, il desiderio di non accontentarmi più. Volevo avere la possibilità di scegliere. Così ho lottato per cambiare i miei pensieri.
Il modello di vita a cui mi ispiro, inconsapevolmente da sempre, è sicuramente il mio papà. Lui mi ha trasmesso i valori che contano davvero, come il rispetto, la famiglia, l’amore e il sacrificio. Ho imparato con il tempo che la prima persona a cui devo ispirarmi, sempre, è me stesso. Ognuno di noi è unico e ora so di aver trovato finalmente la mia strada e di perseguirla a modo mio, con la mia personalità, l’ironia e la mia grande energia. Quello del coach è un lavoro difficile da spiegare, perché si rompono gli schemi delle persone, per fare in modo che trovino da sole la loro motivazione. Il primo schema che ho dovuto affrontare è stato proprio quello della mia famiglia, pieno di regole e pregiudizi. Il nostro rapporto è stato conflittuale per anni. Oggi, grazie alla determinazione, alla costanza e ai risultati, li sento fieri di me e questa è una delle mie più grandi soddisfazioni.

Mia moglie Manuela e mio figlio rappresentano la mia vera vittoria. Joshua per me è un maestro di vita, ogni giorno. Lui mi insegna a sorridere, ad essere un papà leggero, a giocare e ad essere responsabile. È lui il mio vero coach! Il nostro è un rapporto basato sulla fiducia, lui mi vede come esempio ed io provo ad essere per lui il migliore dei papà. Trascorriamo insieme molto tempo di qualità e cerco sempre di compensare la mia assenza con momenti speciali. Gli ho insegnato a dire “papà ti voglio bene”, una frase che, da bambino, io riuscivo a ripetere solo nella mia mente. Mia moglie Manuela è la parte più ironica e speciale di me. E’ mente e cuore insieme, è l’anima pulsante della casa e del lavoro. Lei gestisce la parte amministrativa e organizzativa della scuola. È lo sguardo che cerco quando ho bisogno di forza ed è il sorriso che mi premia dopo ogni performance. Insieme siamo una squadra vincente.
Questo lavoro ha portato tantissimi cambiamenti nella mia vita. Ho lasciato Roma, la città dove ho vissuto per ben 13 anni, per trasferirmi a Pescara. La mia nuova situazione economica mi consente di regalare uno stile di vita sereno alla mia famiglia. Ho perso 15 chili che mi creavano non poco stress. Sono riuscito a gestire gli attacchi di panico che mi avevano bloccato nel 2017. Sono diventato Coach dell’Accademy di Roberto Re. Nel 2019 ho ricevuto la nomina a Direttore della Leadership School Abruzzo e gestisco un team molto affiatato di persone che si mettono in gioco ogni giorno con grande determinazione. Posso dire di essere fiero di quello che ho ottenuto. Non mi sento arrivato, anzi, la mia ambizione mi porta a voler andare sempre avanti. Ma oggi sono una persona pronta a ottenere risultati. A chi vuole diventare Coach come me consiglio solo una cosa, lavora su te stesso, perché non c’è cosa peggiore che diventare maestro di qualcosa che non rappresenti.