Il sindacato “protesta” contro il sindacato. Il Ministero “boccia” il contratto collettivo che chiede la riconvocazione del tavolo sindacale. Il 15 settembre scorso viene sottoscritto il contratto collettivo tra Assodelivery e l’Organizzazione Sindacale UGL per regolamentare il lavoro dei “riders”. l’operazione avviene secondo un impianto giuridico fondato sulle seguenti specifiche norme (d.lgs. 81/2015 Capo V bis, art. 2, comma 2 lett. A), art. 47 bis – 47 ter e 47 quater) che, al di là di altre importanti previsioni, consentono agli “accordi collettivi nazionali stipulati da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale” di derogare e/o comunque limitare l’applicazione della disciplina del lavoro subordinato alle “piattaforme”.
All’interno del contratto per cui si discute si trovano numerose indicazioni ed interessanti spunti di applicazione: c’è un tentativo definitorio; la definizione del rapporto tra piattaforma e rider – che si svolge secondo le indicazioni previste – quale rapporto di lavoro subordinato, vi è la previsione di determinazione dei compensi, vi è la previsione di indennità integrativa, c’è tutta la parte afferente alla sicurezza e all’assicurazione e molto altro. Novità assoluta a livello mondiale.
Una lettura scevra da qualsiasi condizionamento ideologico o di altra natura, a mio avviso, avrebbe dovuto salutare questo avvenimento come un “punto di partenza” positivo. L’inizio di un percorso che tenta di salvare un settore dell’economia e dell’occupazione del nostro Paese che mai come oggi rappresenta uno degli elementi di innovazione anche dei rapporti e delle esigenze della “nuova società”. Perfettibile? Non vi è dubbio.
Ma pongo una domanda: i contratti collettivi sottoscritti da CGIL – CISL – UIL sono perfetti? Da quanto tempo le imprese del settore cercano di avere con i sindacati un’interlocuzione positiva e propositiva che possa però concludersi prima che le imprese rinuncino al progetto imprenditoriale per incertezza economico, finanziaria e organizzativa? Troppo.
Il nostro Paese funziona così, cerca di distruggere, non di costruire. Ed allora il dibattito si sposta ed intervengono i “politici” sorretti da cultori di “pseudo teorie” giuridiche peraltro avallate da sentenze pescate “alla bisogna”. Ecco che il tema “riders”, la questione “tutele”, il problema “occupazione” perdono significato, passano in secondo piano per lasciare il posto a due dinamiche. La questione delle “rappresentatività”, tema nuovissimo (sic!) mai – volutamente – risolto ed ora abbiamo capito perché. E’ utilizzabili in ogni momento per contestare la validità di un accordo qualsiasi. La reale portata della delega alle parti sociali.
Come ho già avuto modo di affermare, fino a quando la “politica” ed i giochi mediatici e propagandistici non abbandoneranno il “lavoro”, il “diritto” del lavoro, il nostro Paese rimarrà bloccato. Pensate: il Ministro del Lavoro Di Maio, all’epoca, affermava che avrebbe risolto il problema dei “riders” (anzi, della gig economy) in 15 giorni. Convocazioni, sedute, riunioni, titoli di giornali e poi… nulla. La risposta del Sindacato (mi riferisco a Cgil, Cisl e Uil) oggi qual è? “Il Ministro convochi il tavolo sindacale!”.Mi sarei aspettato altro, ossia un’accelerazione sull’attività tipica delle parti sociali, ovvero elaborazioni di accordi sindacali volti a disciplinare i rapporti di lavoro e le relazioni industriali.