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Necessari investimenti e una convergenza delle politiche industriali per accelerare sulla transizione senza perdere competitività.

La nota B7 flash in vista della riunione ministeriale G7 “Clima, Energia e Ambiente”: «Raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050 richiede un aumento fino a 4,3 mila miliardi di dollari di investimenti annuali in energia pulita entro il 2030, rispetto al tasso attuale di 1,8 mila miliardi di dollari».

Più investimenti, più collaborazione tra pubblico e privato e più convergenza tra politiche industriali dei Paesi B7 per realizzare una transizione verde capace di coniugare sostenibilità e competitività. Queste le priorità per il G7 individuate nel B7 Flash, la nota di Confindustria e Deloitte elaborata in occasione dell’evento B7 “G7 Industry Stakeholders Conference” in programma a Torino il 28 aprile e della riunione Ministeriale G7 su “Energia, ambiente e clima” in agenda il 28, 29 e 30 aprile nel capoluogo piemontese.

«La conferenza di Torino rappresenta un’opportunità unica per discutere e delineare strategie efficaci per affrontare uno dei temi più rilevanti del nostro tempo: trasformare la transizione ecologica in una grande opportunità di innovazione e sviluppo competitivo. In questo contesto, il coinvolgimento della comunità imprenditoriale del G7 offre una piattaforma preziosa per collaborare con i Ministri alla luce delle complesse sfide poste dagli obiettivi di sostenibilità. E’ fondamentale creare delle sinergie tra pubblico e privato, promuovendo un approccio alla transizione basato sulla neutralità tecnologica e sullo stimolo agli investimenti nell’economia circolare, capaci di coniugare tutela ambientale, sicurezza degli approvvigionamenti e competitività. Grazie al contributo dei partecipanti, miriamo a promuovere percorsi e obiettivi condivisi di politica industriale in linea con gli obiettivi della COP 28», dichiara Katia Da Ros, Vice Presidente per Ambiente, Sostenibilità e Cultura, Confindustria

«La transizione energetica in atto, guidata dall’innovazione tecnologica e dall’uso efficiente e sostenibile delle risorse, sta incidendo in modo profondo sulla produzione e sulla distribuzione dell’energia, ma anche sull’attività delle imprese, sui trasporti, sul commercio e, nei fatti, sui nostri stili di vita. La COP28 ha sottolineato l’esigenza di un’azione immediata per contrastare i cambiamenti climatici e, al contempo, la necessità di un’iniziativa globale e coordinata per sostenere il cambiamento.  Siamo di fronte a sfide che non esito a definire epocali: sicurezza e indipendenza energetica, sostenibilità ambientale, innovazione tecnologica, competitività economica, cooperazione internazionale. I Paesi del G7 sono in una posizione privilegiata per guidare il cambiamento. Una leadership politica a livello G7, coesa e lungimirante, è indispensabile per accelerare la transizione e per garantire un avvenire sano ed economicamente prospero alle generazioni future», dichiara Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Italia.

«Transizione energetica e decarbonizzazione sono processi necessari e irreversibili. Parliamo di un cammino che ci vede direttamente coinvolti e che, grazie a tecnologie, competenze e strumenti a nostra disposizione, possiamo percorrere fino in fondo. Per rispondere alle sfide cogenti mettiamo a disposizione le nostre soluzioni di efficientamento energetico, produzione locale di energia rinnovabile e un consolidato know-how di esperienza nel settore. Siamo orgogliosi di partecipare a un momento di confronto significativo e urgente, insieme alle istituzioni e ai più importanti stakeholder di riferimento del settore per imprimere una forte e collettiva accelerazione al percorso verso il Net Zero entro il 2050», ha commentato Emanuela Trentin, CEO di Siram Veolia.

HIGHLIGHTS B7 FLASH
Lo scenario internazionale dopo la Cop28 di Dubai

La COP 28 di Dubai di fine 2023 ha visto i Paesi G7 rafforzare l’impegno a intraprendere azioni per ridurre le emissioni di gas serra. L’implementazione del primo Global Stocktake (GST) ha consentito di monitorare i progressi verso gli obiettivi degli Accordi di Parigi. L’attenzione si è concentrata sull’accelerazione dello sviluppo di tecnologie a zero e a basse emissioni ed è stato fissato l’impegno di aumentare la capacità mondiale di energia rinnovabile, fino ad almeno 11.000 GW, e di migliorare il tasso annuo d’incremento dell’efficienza energetica dal 2% al 4% entro il 2030. Al contempo, 22 Paesi si sono impegnati a triplicare la capacità di produzione di energia nucleare entro il 2050 ed è stato riconosciuto il ruolo delle tecnologie a basse emissioni, insieme ai combustibili di transizione come il gas naturale. Gli impegni della COP 28 sullo sviluppo delle rinnovabili sono in linea con gli scenari IEA-NZE (Net Zero Emissions). Tuttavia, i progressi finora registrati sono troppo lenti e tali da rendere prevedibile un incremento delle temperature globali ben al di sopra del limite di 1,5°C previsto dagli Accordi di Parigi. Dunque, nonostante i rapidi progressi nella diffusione di alcune tecnologie energetiche pulite, una forte accelerazione alla transizione energetica dovrà essere impressa a partire dal 2024.
A fronte dell’auspicata accelerazione è necessario ricordare come la transizione energetica e ambientale, unita alle crisi e alle tensioni geopolitiche in corso, ponga rischi per la competitività delle economie dei Paesi del G7, con minacce specifiche per il settore industriale esposto alla competizione internazionale.

Le sfide per la competitività B7: pesano il costo dell’energia e delle emissioni di gas serra
Tra gli svantaggi competitivi vi è l’elevato costo delle emissioni di gas serra nel G7 rispetto ai Paesi che non hanno ancora adottato efficaci politiche di sostenibilità, con il prezzo Europeo delle quote di emissione di gas serra nel 2023 pari a 90,26 $/tCO2e, dieci volte superiore al prezzo cinese. I costi elevati dell’energia elettrica costituiscono un ulteriore onere, in particolare per le aziende e i consumatori Europei che sostengono prezzi tra i più alti a livello internazionale, doppi rispetto al mercato cinese. Altro aspetto da considerare è l’elevato valore degli stranded assets, dovuto all’obsolescenza anticipata delle infrastrutture energetiche delle fonti fossili, sostenuto in maniera più rilevante dai Paesi caratterizzati da una transizione energetica più veloce e valutato dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) in 4 mila miliardi di dollari. È necessario, poi, prendere atto del fattore di rischio legato al sostanziale controllo cinese delle supply chain coinvolte nella transizione energetica, con quote che vanno da circa l’80% per il fotovoltaico al 65% per le batterie, con la prospettiva di passare dalla dipendenza storica del nostro sistema energetico dai combustibili fossili a quella per l’approvvigionamento delle tecnologie verdi. Affrontare queste sfide richiede un grande aumento degli investimenti pubblici e privati, regolamentati da politiche pubbliche convergenti tra i Paesi del G7. Tali politiche devono stabilire regole di mercato chiare per mitigare gli impatti economici della transizione, promuovere un assetto energetico globale resiliente e diversificato, incoraggiare la transizione e ridurre la vulnerabilità dei mercati. Lo sviluppo che ne deriverebbe, oltre a mitigare i rischi e i costi della transizione, consentirebbe di coglierne a pieno i vantaggi in termini di indipendenza e resilienza energetica, di benefici ambientali e di creazione di ricchezza e di nuovi posti di lavoro.

CONFINDUSTRIA
È la principale associazione di rappresentanza delle imprese manifatturiere e di servizi in Italia a cui aderiscono volontariamente oltre 150 mila imprese di dimensioni piccole, medie e grandi, per un totale di 5.383.286 addetti. Con 215 Organizzazioni associate presenti sul territorio e nei settori, Confindustria può contare su una presenza capillare in Italia ma anche a livello internazionale, attraverso Confindustria Assafrica & Mediterraneo, Confindustria Est Europa (che riunisce le rappresentanze in Albania, Bielorussia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro, Polonia, Romania, Serbia, Slovenia e Ungheria), Confindustria Russia, Confindustria Kazakistan e le nuove sedi di rappresentanza a Kiev, Singapore e Washington. La mission dell’associazione è favorire l’affermazione dell’impresa quale motore della crescita economica, sociale e civile del Paese.

DELOITTE
Deloitte è presente in Italia dal 1923: operativa in 24 città con oltre 13 mila persone, supporta oltre 11 mila clienti offrendo servizi di Audit & Assurance, Consulting, Financial Advisory, Risk Advisory, Tax & Legal, con l’obiettivo di contribuire a una crescita sostenibile e inclusiva del sistema Paese, nello spirito del programma “Impact for Italy”. Dal 2019 il personale di Deloitte in Italia è più che raddoppiato, passando da circa 6 mila a oltre 13 mila persone, mentre il fatturato è cresciuto del +75% (1.318 milioni di euro nell’anno fiscale con termine al 31 maggio 2023). Il trend positivo sui nuovi ingressi proseguirà anche nel 2024, con una previsione di circa 4.500 nuove assunzioni.

B7 ITALY 2024
Espressione del settore privato e delle confederazioni industriali dei paesi del G7, il B7 è il primo ad essere stato costituito e il più autorevole tra gli Engagement Groups istituiti in seno al G7. Il B7 Italy 2024: Leading the Transitions Together, la cui organizzazione è affidata a Confindustria ha un ruolo chiave nell’identificare e indirizzare le priorità dell’agenda economica globale. Emma Marcegaglia, in qualità di B7 Chair, presiede i lavori coordinando il dialogo con i vertici delle confederazioni industriali dei G7 e avvalendosi di due organi consultivi – uno nazionale ed uno internazionale – composti da CEOs di alto profilo e del supporto professionale di Deloitte Italia in qualità di unico Knowledge Partner del progetto e di Business at OECD (BIAC) e della International Organization of Employers (IOE) in qualità di Network Partner.

Media relations B7
Close to Media, società fondata da Elisabetta Neuhoff [email protected]
Paola Ganapini, tel. +39 366 6688575, [email protected]
Giulia Ferrario, tel. +39 334 62673334, [email protected]

Federico Maggioni, tel. +39 393 8150958, [email protected]
Elisa Gioia, tel. +39 349 2332555, [email protected]
Matteo Biffa, tel. +39 337 1079749,  [email protected]

Confindustria
Patrizia Caridi, Tel. +39 3357812414, [email protected]
Francesca Francario Tel. +39 334 6078726, [email protected]

Deloitte
Roberto Race +39 3470885233 [email protected]
Michele Pozzi +39 3351489871 [email protected]


“Per il percorso di evoluzione del prodotto lordo, i dati relativi ai primi mesi dell’anno in corso non disegnano una traiettoria sicura. La performance annuale è collocata dal governo al +1% a fronte di una nostra stima dello 0,9%. Per realizzare variazioni annuali del prodotto di quest’ordine di grandezza, le condizioni sono due: rilancio dei consumi – particolarmente fragili già a partire dall’ultimo quarto dello scorso anno – e compensazione della caduta degli investimenti nel comparto delle costruzioni con incrementi delle altre tipologie di investimento produttivo, soprattutto grazie alla spinta derivante dall’attuazione del PNRR. Per quel che riguarda i consumi, sarà fondamentale il ruolo della domanda turistica interna”: così ha osservato oggi Giovanni Da Pozzo, Vicepresidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia, in sede di audizione parlamentare sul DEF 2024. 

“Nel 2025 – ha proseguito Da Pozzo – il reperimento delle risorse per il rifinanziamento delle misure di sostegno, decontribuzione e riduzione delle imposte in atto quest’anno si realizzerebbe secondo il DEF attraverso entrate aggiuntive generate nello spazio che va dal contrasto all’evasione e all’elusione al maggiore gettito derivante dal miglioramento della compliance. È un punto cruciale: perché va segnalato che il debito pubblico non potrà essere ulteriormente gravato da oneri imprevisti derivanti da pur contenuti errori nella gestione corrente delle entrate e delle spese”.

“Accanto alla dinamica dei consumi – ha ancora evidenziato il Vicepresidente di Confcommercio – la rapida messa a terra degli investimenti che si avvalgono del concorso delle fonti di finanziamento del PNRR e della politica di coesione è l’altro fattore decisivo per il conseguimento degli obiettivi di incremento del prodotto e per il rafforzamento del potenziale di crescita del Paese. Al riguardo, bene, nel DEF, il riconoscimento del valore strategico delle infrastrutture e dei servizi di trasporto per la competitività e lo sviluppo.

Di particolare rilievo è, poi, il decollo operativo del ‘Piano Transizione 5.0’, che destina, nel biennio 2024-2025, circa 13 miliardi a sostegno delle imprese italiane poste innanzi alla sfida delle transizioni gemelle. Del Piano, è ora atteso il decreto attuativo. Ne andranno, inoltre, assicurate effettiva inclusività settoriale ed agibilità anche da parte della platea di imprese di minori dimensioni”.  

“Infine – ha concluso Da Pozzo – auspichiamo che il tema del rapporto tra città e servizi di prossimità sia assunto tra le priorità delle politiche pubbliche e che, in particolare ed anche in riferimento alla predisposizione della legge di bilancio per il prossimo anno, si definiscano adeguati stanziamenti a concorso delle scelte di comuni ed enti locali per il contrasto dei processi di desertificazione commerciale secondo un approccio integrato tra rigenerazione urbanistica e rivitalizzazione del tessuto economico e sociale delle città”.