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L’Istituto rende noto che, per effetto della sentenza della Corte costituzionale n. 88 del 2022, anche i nipoti maggiorenni orfani riconosciuti inabili al lavoro, viventi a carico degli ascendenti, sono inclusi tra i destinatari diretti e immediati della pensione ai superstiti.

l’INPS, in particolare, ha stabilito le modalità per:

la liquidazione ai nipoti aventi diritto, salvo sentenza passata in giudicato, che presenteranno in tal senso apposita richiesta;

la riliquidazione delle pensioni riconosciute in favore di altre categorie di superstiti contitolari, il cui diritto risulti compatibile con quello dei nipoti aventi diritto;

– la revoca delle pensioni già riconosciute in favore di categorie di superstiti il cui diritto risulti incompatibile con quello dei nipoti aventi diritto.

In ragione dell’unitarietà della tutela previdenziale riconosciuta in favore dei superstiti, in caso di morte dell’ascendente, il riferimento alla pensione di reversibilità – trattamento riconosciuto per la morte del pensionato – deve essere inteso anche alla pensione indiretta.

Ne consegue che, per effetto della sentenza, i nipoti maggiorenni orfani riconosciuti inabili al lavoro, a carico degli ascendenti, sono inclusi tra i destinatari diretti e immediati della pensione ai superstiti.

Per quanto concerne la verifica della condizione della vivenza a carico degli ascendenti, si rinvia al paragrafo 3 della Circolare n. 185 del 18 novembre 2015, nella quale si chiarisce che, fermo restando l’accertamento della non autosufficienza economica, deve essere dimostrato il mantenimento abituale da parte dell’ascendente in caso di non convivenza.

Ulteriori dettagli nella Circolare n. 64 del 07/05/2024

  • A marzo 2024 l’indice di disagio sociale si è attestato a 12,0 (-0,6 su febbraio), il livello più basso da gennaio 2009; sono in vista i valori minimi pre-crisi 2008.
  • Il ridimensionamento è stato favorito dal permanere di dinamiche inflazionistiche più contenute per i beni e i servizi ad alta frequenza d’acquisto (2,5% dal 2,8% del mese precedente) e dal miglioramento della disoccupazione estesa (8,0% a fronte dell’8,3% di febbraio).
  • La tenuta del mercato del lavoro si conferma fondamentale per la riduzione o stabilizzazione dell’area del disagio sociale.

Il Misery Index Confcommercio di marzo 2024 si è attestato a 12,0, in riduzione di sei decimi di punto su febbraio, consolidando la tendenza al ridimensionamento dell’area del disagio sociale iniziata ad agosto dello scorso anno. Il permanere di dinamiche positive sul versante del mercato del lavoro – trend che, al di là di alcune sporadiche battute d’arresto, prosegue da febbraio del 2021 – ed il contemporaneo rientro dell’inflazione hanno permesso il ritorno dell’indicatore su livelli che non si registravano dall’inizio del 2009.

Dalla rilevazione continua sulle forze di lavoro si registra, a marzo, un aumento di 70mila occupati sul mese precedente e una diminuzione di 53mila persone in cerca di lavoro. A questi andamenti si è associato un lieve aumento degli inattivi (+12mila sul mese). Queste dinamiche hanno portato a un ridimensionamento del tasso di disoccupazione ufficiale, sceso al 7,2%. Nello stesso mese le ore autorizzate di CIG sono state circa 39 milioni, a cui si sommano poco più 968mila di ore per assegni erogati dai fondi di solidarietà. In termini di ore di CIG e FIS effettivamente utilizzate questi dati hanno comportato una contenuta riduzione, su febbraio, delle unità di lavoro standard (Ula) destagionalizzate. Il combinarsi di queste dinamiche ha determinato un miglioramento del tasso di disoccupazione esteso sceso all’8,0% (tab. 1).

A marzo 2024 i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno mostrato una variazione su base annua del 2,5%, in ripiegamento di tre decimi di punto rispetto a febbraio. Stando alle prime stime, ad aprile la tendenza al rientro dovrebbe aver registrato una battuta d’arresto: la variazione dei prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto si attesterebbe, su base annua, al 2,7%.

Il miglioramento rilevato nei periodi più recenti non deve far trascurare i rischi di un possibile deterioramento dell’indicatore nei prossimi mesi. Il contributo dell’inflazione al contenimento dell’area del disagio sociale si va riducendo, con possibili e temporanei impulsi negativi. Allo stesso tempo, il ricorso a forme d’integrazione salariale per coloro che sono già occupati è ancora su livelli più elevati rispetto al biennio 2018-2019. Quest’ultimo aspetto segnala la presenza di alcune criticità all’interno del mercato del lavoro e i rischi di un possibile rallentamento, nel breve periodo, delle dinamiche occupazionali. Elemento che potrebbe portare nella seconda parte del 2024 ad un sia pur contenuto ampliamento dell’area del disagio sociale.

La figura 1 mostra le due componenti del MIC (in rosso l’inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto e in blu la disoccupazione estesa).

Nota tecnica sul calcolo del Misery Index Confcommercio (MIC)

Il MIC da novembre 2021 è calcolato esclusivamente sulla base della disoccupazione ufficiale, delle persone effettivamente in CIG e della variazione percentuale dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d’acquisto. Le modifiche apportate nella Rilevazione sulle Forze di lavoro condotta dall’Istat hanno, infatti, determinato l’assenza di alcune informazioni che contribuivano in misura significativa all’elaborazione della disoccupazione estesa (sottoccupati e scoraggiati così come definiti nelle note tecniche allegate ai bollettini precedenti).