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Anche quest’anno l’INPS sarà presente al Salone Internazionale del Libro di Torino, con uno stand, in condivisione con l’INAIL, e tante iniziative per favorire il dialogo e la partecipazione con i cittadini e i partner del territorio.

la partecipazione al Salone, curata dalla Comunicazione INPS in collaborazione con la Direzione Regionale del Piemonte, è un appuntamento fisso che rappresenta un’occasione per parlare anche con i giovani, per informarli sui diritti futuri, sull’importanza della conoscenza del mondo previdenziale e del lavoro in regola, mettendo in evidenza tutte le opportunità che INPS offre anche in ambito formativo.

Tra le altre iniziative si segnalano:

10 maggio

Focus sulla Violenza di genere e politiche aziendali in tema di parità ed inclusione – ore 10:30

Premiazione VI edizione Concorso Nazionale letterario INPS di narrativa, poesia e fumettistica A. Ferraro. L’evento, ormai ricorrente in occasione del Salone del Libro, è destinato a riconoscere i talenti creativi e letterari presenti fra i dipendenti dell’Istituto – a partire dalle ore 16:00

11 maggio

Presentazione del Volume 20 opere per 20 regioni – Piemonte. L’INPS valorizza il suo patrimonio artistico, e lo mette a disposizione di tutti. Presentazione del volume del Piemonte che illustra il patrimonio artistico delle sedi INPS della Regione – ore 11:00

Con la partecipazione al Salone del Libro, l’INPS vuole soddisfare le esigenze informative di ogni cittadino, ma soprattutto crea un luogo di incontro e di dialogo con la società, dando valore alla conoscenza del mondo previdenziale e agli approfondimenti relativi al Welfare.

In mattinata verrà pubblicato il dettaglio del programma sul portale istituzionale dell’INPS.

Le aziende retail, largo consumo e fashion italiane ritengono di avere una conoscenza poco profonda dei propri clienti. Il 28% afferma di non avere una conoscenza sufficiente e solo l’11% ritiene che sia ottima. Sono dati del rapporto di Minsait, realizzato in collaborazione con gli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, sulla digitalizzazione delle relazioni con i clienti nei settori Retail, largo consumo e fashion.

Le aziende di questi settori riscontrano difficoltà nella raccolta dei dati: solo il 44% delle aziende ritiene di avere un’alta capacità di raccolta di dati anagrafici basici dei clienti, valore che scende rispettivamente a 17% e 10% per i dati di interazione e quelli comportamentali. Problemi anche nella fase successiva di integrazione: solo il 36% delle aziende ritiene di avere un’alta capacità di integrazione dei dati anagrafici, mentre circa la metà delle aziende ha capacità di integrazione addirittura nulla per quanto riguarda i dati di interazione e comportamentali.

Secondo il rapporto, questa limitata capacità di integrazione dei dati deriva anche dalla presenza di un’infrastruttura tecnologica non adeguata. In quest’ambito, Il CRM è la tecnologia più diffusa, nello specifico nel 71% delle aziende del settore. Meno diffuse invece le tecnologie più avanzate come la Customer Data Platform (35%) e i software di Voice of the Customer (24%).

“Le aziende italiane del retail, largo consumo e fashion sono in ritardo nella costruzione di una relazione digitale di qualità con i propri clienti. È urgente sviluppare una vera e propria data strategy che garantisca la corretta raccolta, integrazione e gestione dei dati. Solo in questo modo sarà possibile offrire il servizio coerente, personalizzato ed eccellente che i clienti richiedono, indipendentemente dai canali di contatto con il brand”, ha affermato Sergio Scornavacca, direttore del mercato Industry & Consumer di Minsait in Italia.

L’importanza del punto vendita fisico

Nel settore retail, largo consumo e fashion i canali maggiormente presidiati sono il negozio, il sito web proprietario e i social network. Se i primi due però risultano essere prioritari per condurre le attività di vendita, i social network sono invece utilizzati più per attività di brand awareness e promozionali.

Nonostante l’avvento del digitale, infatti, i consumatori danno ancora molta importanza alla dimensione offline, soprattutto in un settore come quello dell’abbigliamento in cui in negozio è possibile toccare con mano e provare